#CANNES77 – 14/25 maggio 2024 SPECIALE #29 (DAY11)

La chiusura di #CANNES77 con una animazione di MICHEL HAZANAVICIUS e la celebrazione del quarantennale di PARIS, Texas di Wim Wenders restaurato

(da Cannes Luigi Noera e Maria Vittoria Battaglia con la gentile collaborazione di Vittorio De Agrò (RS) – le foto sono pubblicate per gentile concessione del Festival di Cannes)

Celebrare un cinema di scoperte, è questa la missione di Un Certain Regard di far emergere nuove tendenze, nuovi percorsi e nuovi paesi che si affacciano al cinema

Nella selezione UCR 2024 con 18 lungometraggi, di cui 8 opere prime in competizione anche per la Caméra d’or, quest’anno il film di apertura è stato When the Light Breaks di Rúnar Rúnarsson.

Presieduta dall’attore, regista, sceneggiatore e produttore canadese Xavier Dolan, la giuria comprendeva la sceneggiatrice e regista franco-senegalese Maïmouna Doucouré, la regista, sceneggiatrice e produttrice marocchina Asmae El Moudir, l’attrice tedesco-lussemburghese Vicky Krieps e il critico cinematografico, regista e regista americano. lo scrittore Todd McCarthy.

Roberto Minervini vince ad UCR come Miglior Regia!

Menzione  Speciale a NORAH di Tawfik Alzaidi – opera prima (RECENSIONE).

Youth Award a HOLY COW di Louise Courvoisier – opera prima.

Miglior attrice ANASUYA SENGUPTA in The Shameless.

Miglior attore ABOU SANGARÉ in L’Histoire de Souleymane di Boris Lojkine al quale è andato anche il Premio della Giuria.

Miglior Regia ex-aequo

ROBERTO MINERVINI per The Damned (RECENSIONE).

e a RUNGANO NYONI per On Becoming a Guinea Fowl

Miglior film di Un Certain Regard a BLACK DOG di Guan Hu.

Il film di chiusura del Festival è una chicca:

The Most Precious of Cargoes di MICHEL HAZANAVICIUS

Chi mai avrebbe detto che dall’estro del regista di The Artist e del più recente remake di zombie di apertura di Cannes del 2022, Final Cut venisse fuori un film d’animazione come The Most Precious of Cargoes. La storia si basa su un racconto  del francese Jean-Claude Grumberg, su un taglialegna e sua moglie che salvano un bambino sullo sfondo dell’Olocausto.

Come ogni favola per bambini l’incipit “C’era una volta…” è declamato dalla voce fuori campo di Jean-Louis Trintignant il quale però avverte lo spettatore che questa non sarà una favola sdolcinata, ma comunque a lieto fine.

Il fatto che il film di Hazanavicius abbia una sua eleganza artistica, fa ben sperare che sia un buon strumento divulgativo per non perdere la memoria della Shoah.

Ambientato in una foresta innevata in un tempo e in un luogo che presto immaginiamo essere la Polonia durante la Seconda Guerra Mondiale, la storia parla di una coppia che vive di stenti, senza figli, avanti negli anni. Sono definiti nell’incipit il taglialegna e la moglie del taglialegna. Nell’inverno gelido della foresta vediamo la donna camminare nella neve per osservare un treno che regolarmente passa, che lei adora come un dio, pregando che le porti la generosità di cui ha tanto bisogno. L’amarezza ci pervade in quanto lo spettatore sa quello che lei non sa: che il treno trasporta prigionieri ebrei ad Auschwitz.

Un giorno, però, dal treno  un fagotto viene gettato nella neve, che si rivela essere un bambino. Nel finale a lieto fine si appurerà che la bambina, una figlia di una coppia di gemelli, è stata lasciata dal treno da suo padre, alla disperata ricerca di una possibilità di salvarle la vita. La moglie porta la bambina a casa e decide di allevarla, ma riceve una reazione ostile da parte del marito, che immagina che si tratti di una razza “maledetta” che lui chiama “gli Heartless”.

La reazione furiosa del Taglialegna mostra un certo antisemitismo virulentemente superstizioso. Ma i sorrisi innocenti e la tenerezza della neonata producono il loro effetto magico, e il taglialegna inizia a sentire il battito del suo cuore risuonare in ogni cosa, dai tronchi ai cucchiai. Con il cuore sciolto, si ritrova riluttante a unirsi ai brindisi antisemiti dei suoi compagni di lavoro, suscitando tra loro pericolosi sospetti.

Il punto a favore del film è che non ha paura di raccontare verità amare sulla violenza, l’odio e la morte. Alcuni personaggi chiave vanno incontro a una fine brutale, e le scene sul treno che trasporta la famiglia del bambino hanno un potere davvero straziante che trattiene i sentimenti, in parte a causa della cruda esecuzione dell’animazione dei personaggi , mentre altri momenti potrebbero essere mal interpretati da uno spettatore disattento come il passaggio improvviso da un momento cupo e drammatico a un primo piano di due conigli dalle orecchie flosce nel bosco.

Ci è sembrato poi fuori luogo che alcune scene di crudezza dei corpi senza vita degli ebrei trucidati venissero mostrati nella loro dura realtà. Forse si poteva evitare e fare correre l’immaginazione dello spettatore, ma così non è stato!

Infine il film Paris TEXAS di Wim Wenders restaurato ci riporta indietro nel tempo ma non nei sentimenti che aleggiano nell’animo umano

L’incipit si svolge nel deserto delle Montagne Rocciose: un uomo visibilmente sperduto si aggira senza meta ed un aquila lo scruta come una possibile preda!

Il misterioso uomo arriva ad un gruppo di casupole ma lì improvvisamente sviene per il caldo.

Il medico del paese che lo soccorre trova un biglietto fra i suoi effetti personali con un numero di telefono. Il suo nome è TREVIS ed il fratello avvisato lo va a recuperare. Qui inizia un road movie affinchè Trevis ritrovi se stesso e la sua famiglia nella quale il fratello è subentrato dopo quattro anni di assenza insieme alla moglie Anna adottando il figlio Hanter.

Il figlio ha adesso otto anni, mentre Trevis che ha perduto la memoria ricerca i suoi ricordi in un film amatoriale che Wim Wenders mostra al pubblico.

Film molto delicato e vincitore della Palma d’Oro nel 1984 appunto quarant’anni fa!

Trevis cerca di conquistarsi il rispetto del figlio ritrovato e della sua identità. Padre e figlio decidono che è arrivato il momento di ritrovare la moglie e madre Jane scomparsa ed inizia un altro road movie.

La ricerca da i suoi frutti, ma Jane per sbarcare il lunario lavora in un club molto “particolare” cosicché Trevis decide di no svelare la realtà al figlioletto e insieme a lui si trasferisce appunto a Paris Texas conservando per se il segreto non confessabile.

Luigi Noera

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