Chiudono le due sezioni collaterali non competitive con due film imperdibili!
(da Cannes Luigi Noera e Maria Vittoria Battaglia con la gentile collaborazione di Vittorio De Agrò (RS) – le foto sono pubblicate per gentile concessione del Festival di Cannes)
Alle battute finali è stato assegnato il premio trasversale a tutte le sezioni per il miglior DOC #L’Œil d’or 2024
Il premio L’Œil d’or 2024 –Ex aequo è andato a:
Ernest Cole : Lost and Found di Raoul Peck
Nota della giuria: «Un film che segue il viaggio di un giovane fotografo sudafricano durante il periodo dell’apartheid. Nel 1967, all’età di 27 anni, Ernest Cole pubblicò un libro sugli orrori del regime e per questo dovette andare in ‘esilio negli Stati Uniti e in Europa. Basato su poche testimonianze, ma soprattutto su quella dell’artista e lo straordinario lavoro fotografico recentemente riscoperto in una banca svedese, il regista racconta la storia dei vagabondaggi di questo artista fragile e ribelle, della solitudine e disperazione che lentamente lo consumò al punto da abbandonare gradualmente la fotografia. Questo tragico destino, usando le parole e le immagini di Ernest Cole, ci ha profondamente commosso… »
Les Filles du Nil di Nada Riyadh et Ayman El Amir
Nota della giuria: «La seconda opera ci porta in un villaggio copto nel sud dell’Egitto, sulle orme di un piccolo gruppo di ragazze che si ribellano formando una compagnia di teatro di strada. Sognare di diventare attrici, ballerine o cantanti, cercano di trovare il loro posto, sfidando le loro famiglie e il tradizioni patriarcali del loro paese. Un film allo stesso tempo semplice e luminoso, che potrebbe quasi sembrare come “una passeggiata nel parco”, ma ci mostra invece la complessità della loro lotta per la conquista della libertà e le turbolenze generate intorno a loro »
QUINZAINE
Film di chiusura: LES PISTOLETS EN PLASTIQUE di Jean-Christophe Meurisse
Sinossi: commedia cupa che racconta di un uomo in viaggio in Danimarca, dove viene arrestato e accusato di aver ucciso sua moglie e tre figli, e di due detective dilettanti che conducono le proprie indagini.
Recensione: commedia dissacrante che si tuffa senza remore nel mondo dell’assurdo e del politically incorrect, Le Pistolet en Plastique regala al pubblico un’esperienza cinematografica bizzarra e divertente. La trama segue delle investigatrici amatoriali private, diplomatesi su Facebook, il mitico Zavatta, polizia francese e polizia danese mentre si mettono sulle tracce di Paul Bernardin, accusato di un efferato crimine e in fuga da due anni. Tuttavia, un errore porta all’arresto di un innocente ballerino country, dando il via a una serie di situazioni esilaranti e fuori controllo.
Il film si distingue per il suo approccio allo humour, che mescola sapientemente elementi di splatter (il necessario 30%) con una satira acuta dei cliché e degli stereotipi. I personaggi, costruiti su archetipi comuni, diventano delle vere e proprie macchiette che si muovono all’interno di una trama che funge da semplice cornice per una serie di gag brillanti e imprevedibili.
Il film gioca continuamente con l’ironia senza mai oltrepassare i limiti del buon senso, mantenendo un equilibrio tra il cinismo e la comicità surreale. Ciò è perfettamente coerente con in continui richiami ai fratelli Cohen, evidenti sia nei dialoghi taglienti che nella messa in scena e nei costumi dei personaggi. Un film unico e irresistibilmente, imperdibile per chi ama il cinema fuori dagli schemi e pronto a sorridere di fronte alla follia del mondo.
ACID
FOTOGENICO di Marcia Romano e Benoit Sabatier
Sinossi: Raoul si precipita a Marsiglia dove sua figlia è morta, con nient’altro che alcuni nomi di persone che frequentava e indirizzi di luoghi in cui andavano. Non c’è niente che corrisponda: sono tutte stronzate. Niente sembra reale tranne l’album che ha registrato. Immergendosi nel caos della vita di Agnès, si corre verso la morte o verso l’inizio di qualcosa di nuovo?
Recensione: Fotogenico è un film straordinario, curato in ogni minimo dettaglio, che riesce a trasformare una storia drammatica in un’esperienza visiva e emotiva di grande impatto. La trama ruota attorno al tema del suicidio e della difficile elaborazione del lutto, seguendo il percorso straziante di un padre che scopre di non conoscere davvero la figlia deceduta. Ogni scena è permeata da suoni e colori intensi, che fungono da amplificatori delle emozioni, creando un effetto paragonabile a un urlo: l’urlo disperato di un genitore sopraffatto dalla perdita.
Il film esplora temi complessi come la droga e l’amore, ma soprattutto si concentra sul legame profondo e indissolubile che unisce le persone. Il protagonista ripercorre minuziosamente le esperienze della figlia, entrando in contatto con le persone che frequentava e arrivando persino a imitare il suo suicidio. Questa scena, di una potenza rara, rende il film una moderna tragedia greca, in cui l’eroe, afflitto dai sensi di colpa, è destinato alla morte.
Il film alterna momenti di balli euforici e liberatori a scene più statiche e contemplative, riuscendo a rappresentare il complesso spettro delle emozioni che caratterizzano il lutto. I colori vivaci dei murales, delle tute vintage e della moda new wave contrastano fortemente con la tragicità della narrazione, creando un gioco di contrasti che incornicia ogni volto e ogni espressione con una vividezza impressionante.
Fotogenico è un’opera che colpisce per la sua profondità emotiva e per la sua capacità di trasformare il dolore in arte, lasciando lo spettatore con una riflessione profonda sull’amore e sulla perdita.
Maria Vittoria Battaglia