
#ACID@Cannes 2024 e l’Argentina: Moi, ma mère et les autres di Iair Said
(da Cannes Luigi Noera e Maria Vittoria Battaglia con la gentile collaborazione di Vittorio De Agrò (RS) – le foto sono pubblicate per gentile concessione del Festival di Cannes)
Sinossi: David, un trentenne millennial, sovrappeso, omosessuale e con una paura combattuta di volare, torna con rammarico nella sua nativa Argentina per partecipare al funerale dello zio. Lì si ricongiungerà con la madre e la sua famiglia ebrea, mentre intraprende una ricerca in tutta Buenos Aires per placare la sua ansia tramite lezioni di guida, assistenza sanitaria a basso costo e cercando di andare a letto con qualsiasi uomo che gli dimostri un po’ di attenzione.
Cosa ne dicono ad ACID: Un corpo imponente e goffo, che guarda il mondo con occhi così limpidi da sembrare quasi reali. Ecco David, il protagonista del film, interpretato dal regista Iair Said. Fin dall’inizio: goffaggine e grazia, la mappa estetica di un film che salva sempre i suoi personaggi all’ultimo minuto dalle gag in cui potrebbero rimanere intrappolati. Il film sviluppa una commedia slapstick selvaggiamente tenera attorno a questo bambino troppo grande e a una famiglia di ebrei argentini che, oltre alla malattia, alla morte e al prezzo della vita, devono sopportare la presenza di questo ragazzo ingombrante. David è, più di ogni altra cosa, un peso per se stesso. Se lo sopportano – e se lo amiamo – è per la sua capacità di stare sul bordo del ridicolo ogni volta che ha la minima possibilità di felicità. Un primo lungometraggio di finzione il cui umorismo, dolcezza, eleganza e pertinenza ci danno una «cassetta degli attrezzi per la vita» per aiutarci a ridere delle sue tragedie.
Recensione: L’humor ebraico pervade la pellicola sin dall’inizio nell’incipit dove vediamo un giovane in cerca del suo equilibrio ad essere accettato.
Dall’Italia , dall’aeroporto di Fiumicino David deve prendere un volo per rientrare improvvisamente in Argentina dove vive la sua famiglia d’origine ebraica. Infatti è morto improvvisamente lo zio e per arrivare in tempo iniziano le sue disavventure che fanno sorridere lo spettatore.
Film dissacrante e divertente al tempo stesso in tutte le sue sfaccettature dove il regista interprete del protagonista ha un’aria sognante anche durante il rito del funerale ebraico. Per David è una tragedia dover affrontare il tema della morte, ma anche di come vivere con l’anziana madre ed un padre malato terminale ricoverato in ospedale.
Tra gag varie David cerca di tirare avanti anche se per lui crescere è pressoché impossibile.
La famiglia decide per l’eutanasia del genitore malato e finalmente David riesce ad andarlo a trovare nel momento estrmo dell’addio.
La musica accattivante rende tutto più semplice in questa prova autoriale interessante.
In inglese il titolo è stato cambiato in Most people die on Sundays per ricordare il precetto ebraico che non permette in quella religione di seppellire i morti di sabato durante lo shabat.
Luigi Noera