#ROMAFF18 – 18- 28/10/2023 SPECIALE #20: (DAY 9) : FELA, IL MIO DIO VIVENTE di Daniele Vicari – La recensione di VALENTINA

(da Roma Luigi Noera con la gentile collaborazione di Stefano Sica e Valentina Vignoli – Le foto sono pubblicate per gentile concessione della Fondazione Cinema peri Roma)

Dalla sezione FREE STYLE ARTS: FELA, IL MIO DIO VIVENTE di Daniele Vicari, Italia, 2023, 90’ | Doc | un occhio attento alla contemporaneità, creando ritorni storici interessanti che scatenano riflessioni, a ritmo dell’afrobeat

Un bel ritmo che sposa bene il contenuto di questo documentario. Partendo dalla passione per la musica di Fela Kuti, cantante e attivista nigeriano, Vicari ci porta negli anni ’80, seguendo lo sguardo del videoartista Michele Avantario; delineando così la sua figura ma anche quel periodo storico, tanto rivoluzionario e precursore della nostra contemporaneità.

Avantario voleva fare un film sul suo mito di vita e di musica, Fela Kuti. Un sogno che non ha fatto in tempo a realizzare, seppur nei suoi ultimi quindici anni ha collezionato materiali creando un grande archivio ricco di storia. Michele Avantario non ce l’ha fatta ma Daniele Vicari sì, ha raccolto la sua eredità.

Il documentario prende quasi la forma di una confessione amorosa: dal punto di vista di Avantario, si racconta l’esperienza con Fela Kuti, l’artista che gli ha cambiato la vita, a partire dalla loro conoscenza durante l’Estate romana di Nicolini nei primi anni ’80, dove fu proprio Avantario a portare sul palco il compositore nigeriano.

La voce che ci accompagna in prima persona, attraverso questo viaggio nella musica africana, è quella di Claudio Santamaria.

Il regista, Daniele Vicari, ha conosciuto l’ultima moglie del videoartista, Renata Di Leone, che gli ha consegnato, oltre all’archivio, la fiducia per portare a termine un progetto così individuale, personale ed intimo. Vicari torna così nel mondo del documentario, dal quale proviene. (Pensiamo ai primi corti documentari come ll nuovo e Mari del sud, e alle collaborazioni con altri registi come in Partigiani e in Non mi basta mai.)

Ne esce fuori una mise en abyme: dal “finto” racconto in prima persona di Avantario emerge il suo rapporto con Fela Kuti, così come parentesi storiche, la nascita del Black Power e il mondo di possibilità che in quegli anni cominciavano ad imporsi: le immagini digitali. Il videoartista, professionista nel suo campo, ebbe modo di lavorare con altri grandi come Nam Juke Pike. Questi sosteneva già negli anni ’80 che le immagini elettroniche sarebbero riuscite a cambiare il mondo.

Presentato alla Festa del Cinema di Roma, il documentario Fela – Il mio Dio vivente ci mostra storie inedite del passato ma con un occhio attento alla contemporaneità, creando ritorni storici interessanti che scatenano riflessioni, a ritmo dell’afrobeat.

Valentina Vignoli

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