
Omicidi e amori impossibili – Decision to leave – la recensione di Marina
(Le foto sono pubblicate per gentile concessione del Festival di Cannes)
Un altro grande nome presente, in concorso, a questa 75° edizione del Festival di Cannes è il celebre regista coreano Park Chan-wook. In questa occasione, infatti, il cineasta ci ha regalato Decision to leave, un raffinato giallo con un’appassionata storia d’amore sullo sfondo, che non disdegna nemmeno di una gradita, velata ironia.
Il cadavere di un uomo – probabilmente precipitato durante una scalata in montagna – cattura immediatamente l’attenzione della polizia. Sarà stato un incidente o un omicidio? Il detective Hae-joon è incaricato di occuparsi del caso. Fondamentale durante il processo di indagine, la moglie del defunto, l’affascinante Sao-rae, che viene dalla Cina e che ha un controverso passato alle spalle. Tra i due scatta immediatamente qualcosa, ma il loro amore sembra destinato a non trovare mai un proprio compimento. A cosa porterà tutto ciò?
Decision to leave è indubbiamente un film ben scritto, in cui una regia attenta a ogni minimo dettaglio, perfettamente in grado di mixare tensione, ironia e momenti fortemente evocativi si rivela la vera peculiarità del film. Perfettamente in linea con lo stile di Park Chan-wook, d’altronde.
Il problema principale di un film come Decision to leave, tuttavia, è che, ripensando all’importante e prolifica carriera del regista, ci rendiamo tristemente conto di come egli, oggi, non riesca a eguagliare alcuni suoi capolavori del passato (la Trilogia della Vendetta, ad esempio, parla da sé). Se, dunque, il presente lungometraggio può tranquillamente essere classificato complessivamente come un buon film (con non pochi momenti di spicco al suo interno, tra tutti la straziante scena finale), seppur con qualche lungaggine di troppo, soprattutto per quanto riguarda la parte centrale, non possiamo non ripensare con nostalgia a ciò che Park Chan-wook ci ha regalato in passato. I tempi gloriosi sembrano ormai lontani. Chissà se torneranno ad allietarci anche in un futuro prossimo.
Marina Pavido