Nelle sale direttamente da #CANNES75: L’Envol di Pietro Marcello

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Legami famigliari e un futuro tutto da scoprire – L’Envol – la recensione di Marina

(Le foto sono pubblicate per gentile concessione del Festival di Cannes)

Il cineasta italiano Pietro Marcello è un vero è proprio motivo d’orgoglio per quanto riguarda il cinema italiano contemporaneo. Dopo i successi di Bella e perduta (2015) e Martin Eden (2019) eccolo approdare alla Croisette con la sua ultima fatica: L’Envol, film d’apertura della Quinzaine des Réalisateurs del 75° Festival di Cannes.

La storia messa in scena, dunque, è quella della giovane Juliette (impersonata da Juliette Jouan), la quale, rimasta orfana di madre in fasce, vive in un piccolo paese del nord della Francia insieme a suo padre Raphaël (Raphaël Thiery), un uomo taciturno, nonché falegname di straordinario talento, reduce dalla Prima Guerra Mondiale. Ancora bambina, Juliette incontra nel bosco una maga che le predice che un giorno alcune “vele scarlatte” arriveranno nel suo villaggio per portarla via lontano. Si avvererà mai questa bizzarra profezia?

L’Envol è la storia di un tenero rapporto tra padre e figlia, ma anche il ritratto di antiche credenze popolari, che apre a sua volta un importante discorso sulla diversità e l’emarginazione. Juliette, da bambina, viene bullizzata dai suoi coetanei a causa di un gesto compiuto da suo padre anni prima al fine di vendicarsi di un uomo che, a suo tempo, aveva violentato sua moglie. Quando gli anni passano, tuttavia, il paese sembra essersi dimenticato dell’accaduto e Juliette, ormai una giovane donna che per vivere fabbrica giocattoli, dimostra uno straordinario talento per la musica. Il suo mondo sembra quasi una realtà a sé. Una realtà che sembra non venire mai scalfita da quanto succede all’esterno e che, nonostante le avversità, riesce (quasi) sempre a mantenere un proprio equilibrio.

Pietro Marcello è attento a ogni minimo dettaglio, riesce a realizzare atmosfere fortemente evocative, in cui la calma di una giornata soleggiata di inizio estate può essere scalfita soltanto da fiamme che illuminano una notte apparentemente tranquilla. Colori saturi e una fotografia volutamente grezza, ruvida, in grado di conferire tridimensionalità a ogni cosa filmata fanno il resto. Tragedie e momenti di lieto raccoglimento, realtà, ma anche un velo di magia rendono il presente L’Envol una vera e propria chicca di questa 75° edizione del Festival di Cannes e confermano ancora una volta lo straordinario talento di Pietro Marcello. Ancora una volta, il regista e documentarista di Napoli ha perfettamente colto nel segno.

Marina Pavido

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