SPECIALE #CANNES74 – 6/17 luglio 2021 #5 (DAYS 5&6)

 

(da Cannes Luigi Noera – Le foto sono pubblicate per gentile concessione del Festival di Cannes)

La Finlandia con un film sulla imprevedibilità della vita appassiona la platea, invece il maestro Nanni Moretti divide la critica

Dalla Selezione uffiiale: BERGMAN ISLAND di MIA HANSEN-LØVE  – Una storia nella storia tra fantasia e realtà. Una coppia di scrittori si reca presso la famosa isola teatro di tanti successi del regista svedese per trovare ognuno a suo modo l’ispirazione per la loro prossima opera. Una coppia di attori con Tim Roth impareggiabile che scopre tanti piccoli aneddoti di Bergman mettendo a dura prova la tenuta della coppia. Lo sfondo è un isola magica che ci fa riviver l’opera del regista svedese che ebbe nove figli da sei donne. I due protagonisti si divertono nei loro ruoli.

FLAG DAY di SEAN PENN  – Basato su una storia vera. Una storia dove tutto è possibile. La voce narrante ci riporta indietro nel 1975 quando il padre di Jennifer Vogel abbandona la famiglia e la moglie diventa alcolista cosicché la ragazzina e suo fratello vengono cresciuti dalla nonna. Nel suo vissuto c’è il tentato abuso da parte del nuovo compagno della madre, anche lui alcolista. Jennifer nel 1981 decide così di allontanarsi. Nel 1985 il padre viene condannato a 15 anni per rapina. Siamo ai giorni nostri e padre e figlia si ritrovano e lei deve elaborare il disagio di quando era bambina ed era stata abbandonata. Flag Day, diretto da Sean Penn è interpretato dallo stesso e dalla sua figlia nella vita reale Dylan Penn in un intimo ritratto di famiglia su una giovane donna che lotta per superare le macerie del suo passato mentre riconcilia l’inevitabile legame tra una figlia e suo padre.

HYTTI NRO 6 di JUHO KUOSMANEN  – Un road movie su un treno che da Mosca va al porto artico di Murmansk. Due viaggiatori nello scompartimento n. 6 saranno costretti loro malgrado a condividere il lungo viaggio e un minuscolo vagone letto, a conoscersi sebbene lei, una giovane finlandese che scappa da un’enigmatica storia d’amore e lui un minatore russo. La voglia di rapporti sociali farà il resto. L’attore protagonista è una stella del firmamento cinematografico russo e lo vedremo anche in un altro film visionario di cui vi parleremo in seguito.

TRE PIANI di NANNI MORETTI  – E’ deludente l’ultimo lavoro del maestro ancora in preda ad un nero pessimismo. Talché le tre storie che avvengono in un borghese condominio romano nei suoi tre piani ne risentono. Una partoriente si reca da sola in ospedale, il figlio di due magistrati in preda all’alcool travolge e uccide una donna, un bell’Antonio abusa della figlia di amici. Sono rapporti familiari disturbanti che sono comuni nell’essere umano. Mentre gli uomini sono imprigionati dalla loro ostinazione, le donne, ciascuna a modo suo, tentano di ricucire queste vite frammentate per trasmettere finalmente e serenamente un amore che era stato creduto perduto per sempre. Anche se è stato lungamente applaudito si esce dalla sala con l’amaro in bocca.

Per la sezione trampolino di lancio di nuovi talenti Un Certain Regard abbiamo visto con piacere LA CIVIL di TEODORA ANA MIHAI: Città del Messico, Laura è una giovane che vive con la madre divorziata. Come in tutti questi casi l’adolescente si ribella al genitore utilizzando l’arma dei sensi di colpa. Dopo l’ennesimo litigio e la fuga da casa della figlia, la madre viene contattata da sedicenti rapinatori che le dicono di recarsi in un bar di una zona malfamata (e a Città del Messico sono tante!). Alla donna viene chiesta una ingente somma di denaro per il riscatto, e sebbene riesca a trovarla grazie anche all’ex marito ogni sforzo e vano. A Città del Messico i rapimenti sono un fatto ordinario cosicché la polizia non se ne cura. Il coraggio di Cielo grazie all’aiuto di una quinta colonna di sodati che mantengono la legalità in città le permetteranno di riabbracciare la figlia. . La collaborazione di Cielo con il tenente Lamarque la trascinerà ulteriormente in un circolo vizioso di violenza. La storia è stata ispirata da fatti realmente accaduti.

Per Special Screenings l’ultimo documentario BABI YAR. CONTEXT di SERGEI LOZNITSA – Cannes scippa a Venezia il maestro dei documentari di origini ucraine. La capacità interpretativa di Losnitza nel ricreare con il sonoro l’anima dei documentari ritrovati negli archivi di stato, ci porta questa volta in Ukraina nel lontano 1941 sottoposta all’invasione tedesca dopo la disfatta dell’esercito sosvietico. La pellicola fa parte della trilogia iniziata con il documentario sulla resistenza di San Pietro Burgo e ci mostra in Bianco e Nero in pellicola 4/3 un’altra pillola della IInda Guerra Mondiale.In questo documentario migliaia di persone che soffrono fanno da comparse della tragedia del Vecchio Continente del secolo scorso, con milioni di morti ed intere popolazioni ridotte alla fame. Non è la tragedia di un popolo, ma del mondo intero che però ha dimenticato la lezione e il regista prepontemente ce la ricorda. I dettagli della violenza, della disfatta adesso sono sotto gli occhi di tutti. All’epoca i mezzi di comunicazione erano meno incisivi ed immediati di adesso, ma i corrispondenti di guerra ci hanno tramandato una realtà che dobbiamo sempre tenere presente. Agli orrori della guerra si contrappone l’opulenza e lo sviluppo delle regioni ad Est dell’Europa che anche in questo caso si prepara alla resistenza contro l’invasore tedesco. Ma quando nel 1944 l’esercito sovietico di liberazione arrivò a Kiev e nelle altre città occupate dai tedeschi dopo un iniziale euforia anche il nuovo potere mostrò il suo lato peggiore. Nel 1946 il processo ai nazifascisti dei fatti accaduti a Babi Yar nel 1944. Nel luglio del 1946 in una affollata piazza di Kiev i nazifasciti vennero giustiziati per impiccagione dopo una sententenza del Tribunale popolare della Repubblica Sovietica dell’Ukraina. Nel 1952 gli stessi luoghi dell’eccidio fascista vennero utilizzati per nuovi insediamenti al posto di un invaso artificiale, perdendo così la memoria di quanto accaduto.

 

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