SPECIALE 71ma #BERLINALE – sessione 1/5 marzo 2021 # 16 (DAILY 4): La delicatezza giapponese di Ryusuke Hamaguchi è ineguagliabile

(da Berlino Luigi Noera con la gentile collaborazione di Marina Pavido- Le foto sono pubblicate per gentile concessione della Berlinale)

Competition

Ghasideyeh gave sefid Ballad of a White Cow di Behtash Sanaeeha, Maryam Moghaddam Iran, Francia

I film prodotti in un paese dove la democrazia è ammanettata e la censura dilaga hanno sempre un punto debole e neanche questo film si sottrae ai condizionamenti esterni. Cosicché il film, che dapprima sembra politico, giocoforza vira al genere thriller in modo da uscire indenne dalla mannaia censoria.

Il soggetto si basa sul binomio colpa espiazione ed è ben congegnato nello svolgimento. In breve il marito di Mina è stato condannato a morte ingiustamente. Lo Stato sebbene forcaiolo voglia riparare all’errore con una somma di denaro trova in Mina una persona determinata e battagliera. Ma chi è l’individuo che si presenta all’uscio della vedova? Quale segreto serba nel suo cuore per voler aiutare la donna?

Sembra una autoassoluzione dello Stato, ma appunto con una sceneggiatura da brivido il tema da politico diventa di genere svilendo la forza della narrazione.

Tuttavia i registi Behtash Sanaeeha e Maryam Moghaddam presentano magistralmente colpa ed espiazione, un classico del cinema iraniano, come un cinema di piccoli gesti e spazi precisi. Maryam Moghaddam eccelle nel ruolo di Mina in bilico tra la solitudine e la sua lotta per l’autodeterminazione.

Guzen to sozo Wheel of Fortune and Fantasy di Ryusuke Hamaguchi Giappone

Quest’ultimo lavoro completa la trilogia Happy Hour e Asako I & II con uno stile apparentemente diverso. Infatti siamo davanti a tre episodi quasi come tre Atti di un opera teatrale dove al centro c’è un personaggio femminile.

Nel primo episodio dal titolo MAGIC un triangolo amoroso si concretizza senza che le ignare interpreti ne siano consapevoli: due giovanette chiacchierano sull’ultima conquista di una di loro; ma si da il caso che la fantomatica conquista sia l’ex fidanzato dell’altra! Ne viene fuori una pièce teatrale o meglio un pamphlet autoriale del sentimento diffuso tra gli orientali che si sono occidentalizzati. Convince la performance dei tre attori.

Nel secondo Episodio DOOR WIDE OPEN con sempre al centro una donna che consuma la sua vendetta nei confronti di un professore con un gioco di coincidenze che richiamano al titolo del film.

Nel terzo episodio ONCE AGAIN con un crescendo di giochi narrativi nel racconto avviene uno scambio di persona. Quello che contraddistingue il film sono le inquadrature mutuate dal cinema del maestro Kurosawa. Il film ha tutte le carte per essere premiato.

Berlinale Series

The Last Days of Gilda di Gustavo Pizzi BRA 2020 (RECENSIONE)

Encounters

Mantagheyepayani District Terminal di BardiaYadegari e EhsanMirhosseini Iran / Germania, opera prima

Una storia surreale di una umanità in disfatta senza soluzione di riscatto. L’unica cosa che lenisce il dolore sono le droghe. Un film che a volte è documentario e a volte è fantasy. Il protagonista Peyman cerca di uscire dal tunnel delle droghe e dai fantasmi che lo opprimono. Dall’Iran un inusuale film catastrofico al tempo della pandemia ma anche così calzante per l’attuale paura di cosa il domani ci riserva e del presente devastato dal virus in un tempo di distruzione. Meritevole il cenno seppur sfumato al programma degli Alcolisti Anonimi al quale Peyman ricorre per curare la sua dipendenza.

Bardia Yadegari ed Ehsan Mirhosseini hanno scritto e diretto un film unico e sorprendente. Politico e visionario, tragico e disperatamente umano, District Terminal riflette sul presente e ci mette in guardia sul futuro.

Rock Bottom Riser di Fern Silva USA 2021/ film sperimentale / Opera prima

La forza della natura , le forze della poetica, ma anche la conoscenza umana che osserva i fenomeni naturali e l’immenso che ci circonda.

Il regista si sofferma sulla popolazione nativa hawaiana, sulla sua storia ancestrale e più recente durante il colonialismo. Ma poi c’è l’elemento ricorrente delle potenti riprese dei vulcani hawaiani che eruttano lava.

Panorama

North of Current di Angelo Madsen Minax USA Sezione Panorama Dokumente

La morte inspiegabile della nipote riporta il regista dalla sua famiglia. La sua indagine sull’ingiustizia e l’arbitrarietà dell’ufficialità si trasforma in una terapia familiare catartica. Un saggio personale sulla maternità, il lutto e la mascolinità transgender. E’ la storia di una famiglia di boscaioli da generazioni nel Nord America. Ai figli i ricordi riaffiorano attraverso i filmini amatoriali dei genitori.

Théo et les métamorphoses di Damien Odoul Francia

Théo, un 27enne con la sindrome di Down, vive in isolamento nella foresta con suo padre. Ogni giorno allena il suo corpo per diventare un samurai. Un giorno suo padre se ne va e Théo è solo con il suo mondo di pensieri. Decide di iniziare una nuova vita. Di qua inizia il viaggio immaginario al centro della Terra di uno speologo ad ammirare le rocce.

Generation (Le recennsioni della Redazione – MVit)

Ensilumi /AnyDayNow | ErsterSchnee di HamyRamezanFIN 2020(RECENSIONE)

Short Vacation di Kwon Min-pyo

Quando un professore assegna alle studentesse un compito da svolgere durante le vacanze estive, quattro amiche, tra gli undici e dodici anni, armate delle loro 4 Kodak a rullino, vanno alla ricerca di un posto da fotografare che possa rappresentare la fine del mondo. Si avventurano così fino all’ultima fermata del treno, una zona rurale nella campagna coreana. Qui per una serie di fattori si perdono e, rimanendo bloccate per la pioggia, Passeranno fuori pure la notte, una notte durante la quale avranno modo di confidarsi e fare crescere ancora il loro legame.

Short Vacation è una sorta di Stand By Me coreano, un inno alla spensieratezza e all’amicizia, quell’amicizia che solo a dodici anni può maturare. Le scene del film sono intervallate da fermi immagine rappresentanti le fotografie delle ragazzine: così, mentre vediamo la loro storia, vediamo anche la storia con i loro occhi, il mondo filtrato dalla loro innocenza.

La scelta tematica è semplice ma vincente: l’amicizia coinvolge sempre, lo spettatore torna a tempi sereni e ricorda, con un po’ di malinconia, le amicizie intense che coloravano i noiosi pomeriggi estivi.

Nelly rapp -Monster Agent di Amanda Adolfsson

Film per famiglie che racconta l’avventura di Nelly (Matilda Gross), una bambina un po’ particolare con la testa fra le nuvole e immersa nel suo fantasticare.

Quando va in vacanza dallo zio Hannibal (Johan rheborg) Nelly scoprirà che le sue fantasie sono più reali di quello che pensava e che lo zio altro non è che un Monster Agent, proprio come lo era la sua stessa mamma: passerà così l’intera vacanza a cercare di convincere tutti di poter diventare anche lei una Monster Agent pur essendo ancora così giovane.

Un film divertente che ruota attorno alla piccola protagonista, che ispira subito simpatia grazie alle espressioni e al carattere furbetti, e ai personaggi che le girano attorno, tutti marcatamente caricaturali. Una storia d’avventura che racconta di coraggio e di amicizia, ma soprattutto della bellezza di essere come siamo, così, ognuno diverso dagli altri.

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