SPECIALE #VENEZIA77 #6 – 2/12 SETTEMBRE 2020: (DAYS 4&5)

(da Venezia Luigi Noera con la gentile collaborazione di Marina Pavido e Annamaria Stramondo- Le foto sono pubblicate per gentile concessione della Biennale)

Tanta attesa ben riposta sulle opere di  SUSANNA NICCHIARELLI e KORNÉL MUNDRUCZÓ mentre il pubblico si divide su ASSANDIRA di SALVATORE MEREU

Nel fine settimana a #VE77 CONCORSO due dei tanti attesi film. Il primo è PIECES OF A WOMAN di KORNÉL MUNDRUCZÓ/ Canada, Ungheria . La storia con epilogo scontato di un parto che la puerpera a tutti i costi vuole fare a casa, senza ascoltare i consigli di chi le sta attorno. La impassibile Martha però dovrà affrontare le conseguenze funeste e l’elaborazione di un lutto tratteggiato in ricercati toni di grigio. Tutto sembra remare contro la protagonista che è isolata nel suo distacco dalla realtà. Si tratta di un esperienza personale del regista che così racconta la genesi della storia: Mia moglie ed io volevamo condividere con il pubblico una delle nostre esperienze più personali attraverso la storia di un figlio non nato, nella convinzione che l’arte possa essere la miglior cura per il dolore. Saremo gli stessi di prima dopo una tragedia? Riusciremo a trovare qualcuno che ci accompagni nella caduta libera del dolore? Il mondo appare capovolto, un luogo in cui non riusciamo più a orientarci. Il secondo film è MISS MARX di SUSANNA NICCHIARELLI/ Italia, Belgio. Si tratta della storia della vita di Eleanor , figlia più piccola di Karl Marx. Quando muore il padre ricade su di lei tutto il peso di siffatta eredità e anche se educata a i principi utopici del padre ne sente tutta la necessità di farli suoi. Un film che si allontana dai canoni ella regista usuali a cui ci abituato, un film storico che mette in evidenza come anche in una famiglia progressista la questione di genere sia sentita e come!

Ed infatti la stessa Nicchiarelli chiarisce che la storia di Eleanor richieda di essere raccontata con delicata ironia: la sua vita sentimentale fu assurda e tragica, i suoi guai condivisibili anche per le donne di oggi. Ma questa storia richiede anche un profondo rispetto: le battaglie di Eleanor e dei suoi compagni risultano più che mai attuali e urgenti, oggi come ieri.

Tratta invece di un amore tra due donne THE WORLD TO COME di MONA FASTVOLD/ USA Primi dell’Ottocento in un luogo imprecisato dello Stato di NY. All’arrivo della primavera, Abigail incontra Tallie, donna estroversa di straordinaria bellezza, appena trasferitasi con il marito Finney in una fattoria nelle vicinanze. Le due provano a stringere una relazione, riempendo un vuoto nelle loro vite di cui non conoscevano l’esistenza. Il film prende una piega tragica per la reazione dei rispettivi mariti che non comprendono appieno come  tutto ciò sia possibile. I toni da romanzo d’appendice fanno da sfondo a questa storia controversa. Ma dall’Iran arriva uno scuotimento per lo spettatore con KHORSHID (SUN CHILDREN) di MAJID MAJIDI – Si tratta di un film del neorealismo di questo paese ancora sotto il giogo del nepotismo della religione di Stato e delle condizioni di povertà nel paese. Infatti il film narra la storia del dodicenne Ali e dei suoi tre amici che cercano di sopravvivere e sostenere le loro famiglie con piccoli crimini per racimolare presto del denaro. Per fare ciò è necessario debbono  iscriversi alla Scuola del Sole: un’associazione di beneficenza che cerca di educare bambini che vivono in strada che è vicina al luogo in cui si trova il tesoro. Si parla di sfruttamento minorile che come spiega il regista a oggi sono 152 milioni a trovarsi in questa situazione. È intollerabile che la loro condizione sociale ed economica li consegni a un futuro di scarse opportunità e poche speranze. Khorshid rivela le capacità e l’umanità di questi giovani: i nostri protagonisti erano tutti bambini lavoratori e hanno dimostrato di essere attori eccezionali ed estremamente intelligenti. Nella sezione #VENEZIA77 –ORIZZONTI abbiamo assistito ad un film speciale che merita di essere premiato; si tratta di THE MAN WHO SOLD HIS SKIN di KAOUTHER BEN HANIA/ Tunisia, Francia, Germania, Belgio, Svezia. Anche qui la storia di sfruttamento umano  – Sam Ali, un giovane siriano sensibile e impulsivo, fugge dalla guerra lasciando il suo paese per il Libano. Per poter arrivare in Europa trasforma  il proprio corpo in una prestigiosa opera d’arte facendosi tatuare, Sam finisce per rendersi conto che la sua decisione potrebbe non significare la libertà. L’acuta regista si è posta il problema : “Cosa accadrebbe se… un artista famoso offrisse a un rifugiato di diventare una sua opera per ottenere la libertà di movimento?” Così è nato il viaggio di Sam Ali: un giovane rifugiato pieno di passione gettato in un mondo cinico. Nella sezione è passato anche MAINSTREAM di GIA COPPOLA/ USA che si domanda tramite la storia di  Frankie, una ragazza sui vent’anni, che mette in discussione ciò cui la gente oggi attribuisce realmente valore: l’effimero mondo di Internet e dei suoi derivati come ad esempio YOUTUBE dove valgono la quantità di like ottenuti. E’ anche una storia d’amore con qualcuno che non vuole bene a sé stesso, ambientata sullo sfondo della nuova cultura emergente del mondo d’oggi. Diremmo che si crea un triangolo dove le parti sono definite dalla Bella, la Bestia ed una persona “normale”. La giovane Coppola sottolinea la sua necessità di  raccontare una storia incentrata sui social media e sull’effetto nefasto che esercitano sulla psiche umana. Mainstream è un racconto ammonitore che ispira le persone a voler essere uniche invece di aderire all’incessante indottrinamento a cui ci sottoponiamo.

LA TROISIÈME GUERRE di GIOVANNI ALOI/ Francia è il film che si interroga sull’abitudine di tutti noi a fatti sanguinosi di terrorismo che ci proiettano nell’incertezza e paura come se stessimo subendo appunto una terza guerra mondiale. In una Parigi tormentata dal terrorismo vediamo una squadra di poliziotti in azione per proteggerci con un ritmo da film poliziesco.

E’ un ritmo frenetico invece quello di ZANKA CONTACT di ISMAËL EL IRAKI / Francia, Marocco, Belgio. Siamo a Casablanca e un incidente d’auto fa incontrare Larsen, ex musicista rock, e Rajae, amazzone cresciuta alla scuola della strada. In comune hanno un trauma taciuto, ma il rock ’n’roll può significare per entrambi la salvezza. E’ un film musicale su una canzone Zanka Contact che i protagonisti troveranno fra le pieghe dei loro sentimenti e delle loro esperienze. Film eccentrico che lascia l’amaro in bocca. Tutto ciò che amo sono le rock band marocchine degli anni Settanta, i western italiani, gli anelli d’argento a forma di teschio, le donne dal carattere forte, il sogno di musica live in Cinemascope 35mm e la poesia della strada nello slang di Casablanca. Per me, l’emozione è l’unica realtà.

Quando lo presentò Alberto Barbera aggiunse che il suo posto non era in #VENEZIA77FUORI CONCORSO – FICTION. Stiamo parlando di ASSANDIRA di SALVATORE MEREU/ Italia  Il dramma, anzi il noir si svolge in Sardegna in stretto dialetto sardo. Peccato che il personaggio del Giudice Istruttore chiamato sul luogo del delitto faccia crollare tutto l’impianto drammaturgico fino ad allora realizzato dal regista.

Sempre Fuori Concorso per #VENEZIA77 FUORI CONCORSO – NON FICTION la storia di Salvatore Ferragamo in SALVATORE – SHOEMAKER OF DREAMS di LUCA GUADAGNINO Italia – Tramite registrazioni del personaggio della moda si svela un percorso di crescita da piccolo imprenditore di Boston ad astro del fashion made in Italy. Il suo segreto sta nella COMODITA’. Le sue scare amatissime dalle star del Cinema e Principesse di del Jet set hanno avuto fortuna appunto per la comodità. Il documentario è inoltre un omaggio del regista al Cinema e non poteva essere diversamente. Ma veniamo alla trama molto interessante. Si parla degli anni dell’infanzia a Bonito, dove realizzò le sue prime scarpe per la prima comunione della sorella, furono il segno di una carriera che era pronta per essere costruita. Salvatore, dopo un anno di apprendistato nelle migliori botteghe di Napoli, iniziò a meditare un cambiamento che avrebbe innescato la sua scalata. Per quanto giovane, decise di partire per gli Stati Uniti e iniziare a costruire il suo futuro. Fece una scelta simile a quella di tanti altri cittadini italiani, in cerca di un destino più favorevole, con la speranza di essere accolti in una terra straniera. Giunse a New York, sbarcando a Ellis Island. Successivamente lavorò a Santa Barbara, quindi si trasferì a Los Angeles per creare scarpe e modelli di design per molti film importanti e per la maggior parte delle celebrità dell’epoca. Tornato in Italia, ha combattuto contro il fallimento, e infine è approdato a Firenze. Firenze è la città che gli ha permesso di rinascere. Firenze divenne il centro della sua creatività. Spiega Luca Guadagnino: Cos’è il genio? Come nasce un sistema, che sia il cinema o la moda? E l’ossessione furiosa di una ricerca costante di idee e di creazione come si sposa con la tradizione e i valori della famiglia? Salvatore Ferragamo (1898-1960), protagonista e testimone del ventesimo secolo, è la risposta a queste domande.

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