#CORONAVIRUS: il NO di Cannes e Venezia a Festival “Virtuali”

In molti si chiedono con ansia cosa ne sarà dei Festival più longevi del Mondo ai tempi del #Coronavirus che oltre a spazzare via decine di miglia di vite umane, milioni di posti di lavoro, adesso dopo aver bloccato l’industria cinematografica asiatica ad inizio degli anni ’20 si appresta adesso ad avere conseguenze sull’industria europea, come da qualche tempo segnaliamo sugli aggiornamenti della situazione dei vari Festival di Cinema che di questi tempi vengono spostati, annullati o sostituiti con edizioni virtuali.

Per entrambi i Festival un solo dato è fino ad oggi confermato: i Presidenti di Giuria Spike Lee e Cate Blanchett per Cannes e Venezia rispettivamente. Tutto il resto è fino ad oggi nebuloso, ma qualche sprazzo si intravede dalle recenti dichiarazioni dei due direttori. Ecco perché la foto di copertina ritrae le due Star che presiederanno le Giurie.

In particolare nell’intervista a Variety (a cura di Elsa Keslassy) Thierry Fremaux conferma che il Festival di Cannes non diventerà virtuale se tutto il resto salta

La prestigiosa rivista di news sulla settima arte è riuscita ad ottenere una smentita  circa l’evenienza di un possibile edizione digitale del Festival che ogni anno si svolge sullo sfondo della Croisette e che per due settimane a maggio diventa l’ombelico del mondo cinematografico. La vetrina (fisica) più glamour del mondo non si piega quindi a diventare una edizione fruibile solamente sui device quali smartphone o computer a causa della pandemia da coronavirus che in questo momento ha fermato tutte le attività lavorative di oltre metà dell’Umanità (4 miliardi di persone) che abitano in questo bellissimo posto chiamato Terra.

Alle domande della giornalista Elsa Kesslay, Thierry Fremaux non ha avuto un momento di esitazione:

“(Per) Cannes, la sua anima, la sua storia, la sua efficienza, il modello (digitale a distanza) che non funzionerebbe. Che cos’è un festival digitale? Una competizione digitale? Dovremmo iniziare chiedendo ai titolari dei diritti se sono d’accordo “, ha affermato Fremaux a Variety.

“Film di Wes Anderson o Paul Verhoeven presentati su un computer? Scoprire “Top Gun 2” o (di Pixar) “Soul” altrove piuttosto che al cinema? L’uscita di questi film sono stati rinviati per essere proiettati sul grande schermo; perché dovremmo decidere di mostrarli prima su un dispositivo digitale? ” ha detto Fremaux, stuzzicando la reazione su alcuni titoli che sono nella rosa  dei probabili competitori per la prossima edizione.

“I registi di” film “sono guidati dall’idea di mostrare i loro film su un grande schermo e condividerli con altri in eventi come sono i festival, e non piuttosto per far sì che i loro lavori finiscano su un iPhone”, ha soggiunto Fremaux. “Se tutti i festival vengono cancellati, dovremo pensare a un modo per mostrare i film, per evitare di perdere un anno, ma non penso che un’alternativa precaria e improvvisata di Cannes o Venezia – che appena fatta verrebbe dimenticata – sarebbe la soluzione.”

La giornalista nel suo articolo ricorda che “a causa del rischio di pirateria, tra le altre questioni, è probabile che emergano preoccupazioni relative ai diritti e alle finestre quando le iniziative previste per i festival digitali inizieranno entro la fine dell’anno.”

Tutti dall’inizio di marzo, quando l’epidemia di coronavirus è diventata un problema globale, si sono chiesti delle prospettive dell’edizione 2020 del Festival di Cannes. Dopo settimane di incertezze, gli organizzatori il 19 marzo hanno annunciato dello slittamento dell’evento inizialmente previsto a metà  maggio prevedendo possibili date tra la fine di giugno e inizio di luglio – Tuttavia ancora le date non sono state fissate.

Questo rifiuto non sorprende visto l’amore di Fremaux per The Big Screen inoltre c’è da ricordare che Cannes ha una solida reputazione di prestigioso trampolino per i film da tutto il mondo in vista del loro lancio al cinema. Ne è riprova il successo planetario dello scorso anno del film coreano “Parasite” di Bong Joon-ho che ha collezionato quattro Oscar dopo aver vinto la Palma d’oro nella passata edizione di Cannes.

Altro dato importante è la nota politica del festival che lavora anche a stretto contatto con distributori ed espositori francesi che sono ben rappresentati nel consiglio di amministrazione del festival.

Tutto questo evidentemente frena eventuali possibilità di una edizione digitale.

Nonostante il lock down duri già da tre settimane in Francia, nell’intervista Fremaux  ha confermato che il festival sta proseguendo con la selezione di film, monitorando al contempo l’evoluzione della pandemia. Sebbene siano quasi 9000 morti in Francia, si confida sul fatto che il coronavirus potrebbe raggiungere un picco nel paese d’oltre alpe dopo le festività pasquali, secondo i rapporti locali. Tuttavia lo stesso Festival si mantenuto prudente avendo annullato la conferenza stampa di presentazione del 16 aprile.

Tutti hanno poi notato che generalmente un mese e mezzo prima dell’inizio vengono solitamente annunciati i presidenti delle Giurie, ed invece quest’anno (ma era successo prima della diffusione della pandemia a livello mondiale) l’unica certezza che si ha è circa il Presidente della Giuria Internazionale nella persona del Regista afroamericano Spike Lee che da una nuova ventata al Festival di Cannes.

Nel frattempo, i principali agenti di vendita che rappresentano la maggior parte dei titoli in concorso hanno presentato i loro film al comitato di selezione di Cannes e le date per la registrazione sono state prorogate di un mese e mezzo, come recentemente dichiarato in un comunicato stampa il festival. Anche il termine delle richieste di accredito per Stampa e Mercato sono ancora aperte sebbene inizialmente la dead line era fissata alla fine di Marzo.

Sul fronte opposto anche La Mostra di Venezia ha notevoli dubbi sull’utilizzo del digitale e smentisce di una “partita a scacchi” con Cannes comparsa su Le Monde. La Mostra di Venezia ancora non ha preso una decisione ma Alberto Barbera esclude l’uso diffuso del digitale.

Fino ad oggi previsto dal 2 al 12 settembre, il festival è ancora in standby a causa dell’emergenza della pandemia ma il comitato organizzatore lavora alla prossima edizione, con Cate Blanchett presidente di giuria, valutando anche la possibilità di usare il digitale. D’altronde da qualche anno in collaborazione con MYMOVIES la Mostra presenta una ridotta selezione dei film presentati nella sezione RIFLESSI in streaming.

“Potrebbero esserci alcune iniziative virtuali, ma non certamente un intero festival virtuale, del resto una decisione in tal senso è prematura”, riferisce a Cinecittà News l’ufficio stampa della Biennale. E lo stesso direttore artistico Alberto Barbera risponde all’agenzia giornalistica ANSA che gli chiede se intende seguire l’esempio del Toronto Film Festival (10-20 settembre), che prevede limitati eventi in sala e una più ampia rassegna solo digitale: “Toronto è un’altra tipologia di festival non paragonabile a Cannes e Venezia e oggi poi non si può essere che generici sul futuro. Solo quando sapremo in tempi utili quello che si può fare e non fare prenderemo una decisione, ma una cosa è certa: qualsiasi cosa sia saremo pronti”.

“Da parte nostra”, sottolinea Barbera, “continuiamo a lavorare esattamente come gli anni scorsi. Mancano ancora due mesi e davanti ci sono tre scenari possibili: quello più pessimistico con la pandemia ancora attiva che ci costringe a prendere un bell’anno sabbatico e mettere questa edizione 2020 tra parentesi. C’è poi lo scenario più ottimista, la pandemia si arresta e tutto torna come prima e, infine, quello intermedio che prevede dei vincoli che ora non possiamo prevedere e con i quali ci dovremo confrontare. Insomma sono variabili non da poco che richiederanno decisioni condivise, ma di fronte a dati certi. E questo prima di fine maggio”.

Il direttore artistico di Venezia mette acqua sul fuoco in merito a quanto scritto su Le Monde qualche giorno fa, cioè che il ritardo di una rinuncia definitiva del Festival di Cannes da parte di Thierry Frémaux dipenda da una “partita a scacchi” tra lui e Barbera, per non rivelare, se non all’ultimo momento, i film acquisiti in selezione e non avvantaggiare l’antagonista: “Non è vero. Tutti gli anni cominciamo a vedere film da selezionare e sappiamo che molti sono stati proposti anche a Cannes. Il criterio per il quale il film approdi da noi o sulla Croisette sono altri, ci si divide i film secondo altre cose tra cui la loro disponibilità temporale e non”.

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