SPECIALE 70ma #BERLINALE #8 – 20.02/01.03/2020 – (DAYS 4&5): Undine e Effacer L’Historique affascinano la platea e Benigni spopola sul red carpet

(da Berlino Luigi Noera con la gentile collaborazione di Marina Pavido – Le foto sono pubblicate per gentile concessione della Berlinale)

Dopo la grande abbuffata di film del fine settimana in CONCORSO è la volta delle produzioni francesi la prima delle quali centra con tanto umorismo i rapporti sociali ai tempi degli smartphone che ci “costringono” ad essere sempre connessi ma in fondo soli con noi stessi e i malfattori come al solito ne approfittano. Si tratta di Effacer l’historique (Delete History) Francia / Belgio del duo Benoît Delépine, Gustave Kervern in Prima Mondiale che si colloca a metà classifica con 2,75 di punteggio e dimostra come la Berlinale accolga nella sezione principale anche film leggeri ma con forte connotazione sociale. Il cast formato da Blanche Gardin, Denis Podalydès, Corinne Masiero è veramente esilarante. Il film dovrebbe far riflettere, invece all’uscita della sala tutti attaccati allo smartphone per non perdersi chissà ché ! L’altro film è un ritorno alla Berlinale

di un autore molto amato dal pubblico: Christian Petzold con Undine Germania / Francia in Prima Mondiale a cui diamo la sufficienza (2,5) ad una pellicola che vira dal surreale all’ovvietà dei rapporti amorosi quasi a ricordare la storia d’amore per antonomasia Romeo e Giulietta. Il cast è di eccellenza: Paula Beer, Franz Rogowski, Maryam Zaree, Jacob Matschenz. Ma ve ne parla meglio Marina (RECENSIONE).

Dalla Svizzera il melodramma Schwesterlein (My Little Sister) di Stéphanie Chuat, Véronique Reymond in Prima Mondiale con due big della cinematografia tedesca: Nina Hoss e Lars Eidinger, e tanti altri Marthe Keller, Jens Albinus, Thomas Ostermeier, Linne-Lu Lungershausen, Noah Tscharland, Isabelle Caillat, Moritz Gottwald, Urs Jucker non convince. Punteggio 1. La storia si snoda tra Berlino e la Svizzera nel legame forte tra due gemelli. Colpiscono le scene intime tra i coniugi a noi che viviamo a latitudini più al sud.

Infine gli ultimi due titoli al giro di boa della Berlinale ci hanno deluso. Il primo è Siberia Italia / Germania / Messico di Abel Ferrara in Prima Mondiale. Un film che vorrebbe essere surreale nella distesa della Siberia dove c’è sempre un capanno per rifugiarsi. Il nostro eroe soffre di allucinazioni, anzi sembrerebbero due gemelli. Ci spiace per Willem Dafoe che insieme a Dounia Sichov, Simon McBurney, Cristina Chiriac si sono sottoposti a un incomprensibile stress.

Non da meno il film brasiliano Todos os mortos (All the Dead Ones) Brasile / Francia di Caetano Gotardo, Marco Dutra in Prima Mondiale con Mawusi Tulani, Clarissa Kiste, Carolina Bianchi, Thaia Perez, Alaíde Costa, Leonor Silveira, Agyei Augusto, Rogério Brito, Thomás Aquino, Andrea Marquee nel quale una nativa nera Johsephine nell’INCIPIT si prepara un caffe e dopo muore. Lasciamo allo spettatore il seguito. Nella sinossi è scritto: In Brasile, nel 1899, poco dopo l’abolizione della schiavitù, i fantasmi del passato continuano a camminare tra i vivi. Per le donne della famiglia Soares, il compito di rinunciare ai loro privilegi e adattarsi a una realtà della classe media li porta sull’orlo della follia. Per Iná Nascimento, ex donna schiava, la lotta per riunire i suoi cari in un nuovo mondo ostile la costringe ad affrontare la verità su se stessa. Tra il passato travagliato del Brasile e il presente fratturato, queste donne sentono il terreno muoversi sotto i loro piedi mentre cercano di creare un futuro tutto loro.

Noi possiamo dire che tutto ruota intorno a Josephine la protagonista del film ovverossia l’Indipendenza del Brasile.

Passiamo adesso alla selezione Encounters dove dalla Slovacchia / Romania / Repubblica Ceca / Irlanda viene presentato il film sulla Chiesa del dissenso ai tempi della Cortina di Ferro Služobníci (Servants) di Ivan Ostrochovský in  Prima Mondiale con Samuel Skyva, Samuel Polakovič, Vlad Ivanov, Vladimír Strnisko. Purtroppo non ha superato la sufficienza (punteggio 2), ma ci riporta indietro nel passato recente dell’Europa quando il fatto di essere credenti nei Paesi della cortina di ferro era un sacrilegio!. Una storia che parte dalla esperienza di due seminaristi Juray e Michael. Ovviamente uno dei due tradirà la vocazione. Purtroppo il film non raggiunge  la sufficienza (2). Per Berlinale Special al Berlinale Special Gala at Berlinale Palast l’atteso Pinocchio Italia / Francia di Matteo Garrone in una Prima internazinale con Roberto Benigni mattatore del red carpet. Vi rimandiamo akle impresioni di Marina (RECENSIONE). Passiamo adesso alla selezione Panorama iniziando da Håp (Hope) Norvegia / Svezia di Maria Sødahl con la interpretazione sublime di Andrea Bræin Hovig, Stellan Skarsgård. Siamo in una famiglia felice, ma qualcosa accade. Infatti quando ad Anja viene diagnosticato un tumore al cervello, la vita quotidiana nella sua famiglia implode e la relazione con il partner Tomas si trova di fronte a un bivio. Hope è la speranza di tutti noi ad andare avanti. Per noi arriva all suficcienza (2,5). Altro film interessante è The Assistant dagli USA di Kitty Green in prima internazionale. Con Julia Garner, Matthew Macfadyen, Kristine Froseth, Makenzie Leigh. Il lavoro di assistente non è proprio il massimo ma Jane ha iniziato il lavoro dei suoi sogni come assistente junior di un potente magnate dell’intrattenimento. La sua giornata è molto simile a quella di qualsiasi altra assistente, ma presto si confronta con una routine abusiva quotidiana, solo per scoprire la vera profondità del sistema in cui è entrata. Una regia impeccabile ma non arriva alla sufficienza (2). Anche  Eeb Allay Ooo! Dall’India di Prateek Vats Debut film con Shardul Bhardwaj, Shashi Bhushan, Mahender Nath, Naina Sareen, Nitin Goel, Nutan Sinha non raggiunge la sufficienza. Si tratta di una storia molto particolare. Il lavoro di Anjani è estremamente complicato (lo scoprirete vedendo il fim) nel centro di Nuova Delhi. Con la sensibilità di un documentario e un senso dell’umorismo indiano, il film descrive la dura vita di un migrante e rispecchia sottilmente le realtà sociali di oggi. Decisamente naife è Mare Svizzera / Croazia di Andrea Štaka in Prima Mondiale con Marija Skaričić, Goran Navojec, Mateusz Kościukiewicz, Mirjana Karanović La storia semplice ma scontata di Mare e  la sua famiglia. Di routine, ma con dedizione, Mare gestisce la famiglia modesta della sua piccola famiglia, anche se una nuova lavatrice non è l’unica cosa che manca. Quando un incontro casuale riaccende la sua libido, non si tira indietro a lungo.

Infine un Documentario inedito dove il protagonista è lo smartphone che media tra il popolo e il potere: Kotlovan (The Foundation Pit) Russia di Andrey Gryazev Prima Mondiale / Panorama Documentario

Un film composto da innumerevoli video di YouTube in cui il popolo russo fa un appello diretto al presidente Putin. Un caleidoscopio dell’umore nel paese – dai motivi sottomessi alla pura rabbia per l’ingiustizia e la corruzione dilagante.

In ultimo Digger Grecia / Francia di Georgis Grigorakis in Prima Mondiale / Opera Prima

Una storia di padrei e figlia: Jonny visita suo padre Nikitas nella sua capanna nel bosco dopo 20 anni dove è eremita che in principio lo ignora. Ma per evitare che vengano sopraffatti dalla ingordigia , padre e figlio devono mettere in atto un piano comune. Il nostro punteggio non arriva alla sufficienza (2).

Infine vi proponiamo du chicche che meritano un premio: La prima dalla sezione tutta tedesca Perspektive Deutsches Kino che con Walchensee Forever di Janna Ji Wonders in prima mondiale  nel suo documentario intimo ci propone che se esiste qualcosa come una memoria familiare che prosegue nel corso della storia, allora determina le azioni di ogni generazione. La regista racconta la storia delle donne della sua famiglia, ambientate tra Walchensee, l’Estate dell’amore, i sogni hippy e l’harem che circonda Rainer Langhans..

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Nella seconda dalla sezione GENERATION il documentario White Riot di Rubika Shah, ci ragguaglia su un periodo della musica britannica alla fine degli anni 70 Rock against Racism. Questione purtroppo ancora aperta.

I due film ci soo apparsi come stelle polari delle due sezioni che purtroppo non siamo riusciti a seguire.

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