SPECIALE #VENEZIA75 #12 – 29 AGOSTO/8 SETTEMBRE 2018 (DAYS 8&9)

Mario Martone il quarto italiano in concorso presenta Capri Revolution, un film che divide

(da Venezia Luigi Noera con la gentile collaborazione di Marino Pavido- Le foto sono pubblicate per gentile concessione della Biennale di Venezia)

In Concorso VENEZIA 75 MARIO MARTONE presenta CAPRI-REVOLUTION con un cast di attori per lo più di teatro e nella splendida cornice dell’isola che all’estero ci invidiano riprende il tema che divide ancora oggi pacifisti ed interventisti. Siamo all’inizio del secolo scorso, tema già affrontato dal regista ungherese LAZSLO qualche giorno fa con SUNSET. Il racconto trae spunto da fatti reali su una Comune di stranieri stabilitisi a Capri per una nuova forma di condivisione. Sono nudisti, vegani e pacifisti. Ma non mancano le tensioni al suo interno. Le loro abitudini trovano terreno fertile nella giovinetta contadina analfabeta. Ed è questo il punto debole della messa in scena, in quanto improvvisamente la giovine acquista facoltà di leggere e scrivere impensabili. Invece in NUESTRO TIEMPO di CARLOS REYGADAS ambientato in Messico si svolge la saga familiare di una coppia che alleva tori da combattimento. Il classico triangolo in una landa brulla. Il regista si chiede che cosa è il vero amore. In THE NIGHTINGALE di JENNIFER KENT L’unica regista presente in concorso con stile western on the road racconta il viaggio di una giovane detenuta in Tasmania alla caccia di un ufficiale britannico. La giovane giverà della guida aborigena di nome Billy. In un thriller ambientato in selvaggi paesaggi si cerca di fare giustizia su un tema ancora oggi non metabolizzato nella società australiana. Invece 22 JULY

22 July

di PAUL GREENGRASS è il resoconto visto dal punto di vista dell’attentatore solitario della strage compiuta in Norvegia il 22 luglio 2011. In questo non c’è la potenza del film visto dal punto di vista delle vittime ma la fredda determinazione dell’attentatore fermamente convinto della giustezza della sua efferata azione.

FUORI CONCORSO abbiamo tanto apprezzato YING (SHADOW) di ZHANG YIMOU una reinterpretazione del Romanzo dei tre regni dove accanto alla figura del Re che vuole riconquistare il suo regno c’è l’uomo comune appunto l’ombra come spiega il regista nel suo commento. Un ombra deve essere pronta ad entrare in azione nel momento critico quando la vita del suo padrone è in bilico. Film d’azione ma anche rivisitazione del teatro cinese sotto forma cinematografica. Infine LES ESTIVANTS di VALERIA BRUNI TEDESCHI travolge lo spettatore sullo sfondo della Costa Azzurra di una società fuori dal tempo ma che nel contempo deve affrontare quanto la vita riserva ad ognuno dei protagonisti tra i quali Valeria Golino e Riccardo Scamarcio. Uno spaccato del nostro essere affrontato con semplicità.

As I Was Dying

ORIZZONTI ci regala dall’Iran una tragedia familiare HAMCHENAN KE MIMORDAN (AS I LAY DYING) di MOSTAFA SAYYARI dove i protagonisti con legame di sangue debbono affrontare un viaggio per seppellire il padre secondo le sue ultime volontà. Ed è il momento in cui vengono fuori tutte le contraddizioni fra i fratelli di sangue divisi da un profondo astio reciproco. Nella piece teatrale TCHELOVEK KOTORIJ UDIVIL VSEH (THE MAN WHO SURPRISED EVERYONE) di NATASHA MERKULOVA, ALEKSEY CHUPOV due attori teatrali animano la scena ambienta in un villaggio Siberiano. Dapprima il tema proposto non è chiaro, ma quando il protagonista si reca in ospedale crolla il mito di UOMO costruito intorno a lui dalle prime battute. E’ appunto questo il tema della pièce teatrale che si svolge nelle anguste mura domestiche dove il tempo scorre con semplicità. Nulla vale a sconfiggere la Morte ne tantomeno il travestimento del protagonista con abiti femminili che introduce, grazie all’intuizione della regista, il secondo e altrettanto universale tema dell’accettazione dell’altro.

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