SPECIALE #CANNES71 #12 – 8/19 MAGGIO 2018: Tra colpi di scena sono stati assegnati I Premi

(da Cannes Luigi Noera – Le foto sono pubblicate per gentile concessione del Festival de Cannes)

Fino all’ultimo abbiamo sperato che Nadine LABAKI con CAPERNAUM ricevesse la Palma d’oro, ma siamo lo stesso soddisfatti che l’abbia ricevuta KORE-EDA Hirokazu con SHOPLIFTERS.

Come sappiamo a Nadine LABAKI con CAPERNAUM è andato invece il Premio della Citoyenneté, il Premio della Giuria Ecumenica e il Premio della Giuria de non è poco.

Come era prevedibile Matteo GARRONE con DOGMAN è stato premiato: Palmares per il miglior attore a Marcello Fonte, mentre a noi sembrava più adatto il Premio della Giuria.

Invece siamo sconcertati che a A.B SHAWKY con YOMEDDINE (opera prima) abbia ricevuto solamente il premio collaterale Premio FRANCOIS CHALAIS 2018

Così pure siamo rimasti male per il mancato riconoscimento a JIA Zhang-Ke con ASH IS PUREST WHITE come miglior regia che invece è andata a Pawel PAWLIKOWSKI ZIMNA WOJNA (COLD WAR)

Ci era pure piaciuta Ryusuke HAMAGUCHI in NETEMO SAMETEMO (ASAKO I & II) come miglior attrice che invece è andata a Samal Yeslyamova interprete femminile del film di Sergey DVORTSEVOY AYKA. Una interpretazione semplicimente urlata.

Anche LEE Chang-Dong con BURNING è rimasto fuori dai Palmares e gli è stato attribuito il Premio FIPRESCI

Anche Spike LEE  con BLACKKKLANSMAN che per noi era fuori dalla cinquina ha invece ricevuto da una giuria politicamente corretta oltre alla Menzione speciale della Giuria Ecumenica il Gran Premio della Giuria

 

Se ci sta tutto il premio a Jafar PANAHIcon 3 FACES ricevendo il Palmares per la miglior sceneggiatura non si capisce l’ex aequo con Alice ROHRWACHER LAZZARO FELICE che per noi resta un film fatto con la testa e non con il cuore

Non stupisce poi il tributo a Jean-Luc GODARD con THE IMAGE BOOK acui è andata la Palma d’Oro Speciale. Per quanto riguarda la selezione di Un Certain Regard

I Premi  assegnati a Sergei LOZNITSA DONBASS: Miglior Regia, Ali ABBASI GRÄNS (BORDER): Miglior Film e a Meryem BENM’BAREK  SOFIA: Miglior Sceneggiatura sono condivisibili. Invece avremmo dato il premio a Wanuri KAHIU RAFIKI (FRIEND) come miglior interpretazione e a BI Gan LONG DAY’S JOURNEY INTO NIGHT Gran Premio della Giuria, che invece come sappiamo sono andati a

Lukas DHONT GIRL: Miglior Interpretazione UCR, Camera d’oro, FIPRESCI e a

João SALAVIZA & Renée NADER MESSORA CHUVA É CANTORIA NA ALDEIA DOS MORTOS (THE DEAD AND THE OTHERS): Gran Premio del Giuria UCR.

Di seguito i motivi che ci hanno spinto a favorire un film piuttosto che un altro:

Ai margini della seconda Guerra Mondiale e della spartizione dell’Europa tra i due blocchi il film ZIMNA WOJNA (COLD WAR) di PAWEL PAWLIKOWSKI ci mostra la Polonia comunista degli anni Cinquanta/Sessanta dove due giovani artisti (lui compositore e lei cantante) si amano fino in fondo tra le pieghe delle avversità della cortina di ferro. A prima vista la prima parte del film sembra senza sentimenti i quali sbocciano prepotentemente nella seconda parte. Riflettendo meglio ci sembra un escamotage del regista sul clima senza sentimento degli anni del nuovo potere comunista.

Tre registi molto amati dal Festival presentano in Concorso altrettante opere singolari nel loro linguaggio e per i temi trattati. Un suono esplosivo insieme all’immagine delle cinque dita con il dito indice puntato verso l’alto è l’incipit di LE LIVRE D’IMAGE di JEAN-LUC GODARD che è il seguito di Adieu au langage – Addio al linguaggio, Selezionato al Festival di Cannes 2014, e che ha vinto il Premio della giuria ex-æquo con il film di Xavier Dolan Mommy. “La condizione dell’uomo è di parlare con le dita della mano”. Una storia divisa in cinque capitoli, appunto come le dita di una mano. “Quando parlo di me parlo con le parole del mondo con le parole che descrivono gli altri”. Utilizzando didascalie e spezzoni di film omaggiando anche scene pasoliniane, il regista affronta il tema attuale e antico dell’incomprensione tra le civiltà occidentali e quelle orientali con un mondo arabo in fiamme come non mai. C’è da aspettarsi adesso la terza parte di questa trilogia che ha il sapore di un testamento morale del regista simbolo della Novelle Vague.

E quindi non poteva mancare la cinematografia orientale con il regista cinese JIA ZHANG-KE che ci presenta con una storia d’amore ma anche l’ascesa, e la parabola discendente di un gangster di provincia e della ballerina perdutamente innamorata di lui. Ilregista felicemente ritrovato JAFAR PANAHI che presenta SE ROKH (3 FACES).Tre diversi ritratti, ritratti di donna, per il nuovo film del regista iraniano che arriva a tre anni di distanza da Taxi Teheran. Con un linguaggio a lui molto caro conduce lo spettatore attraverso la realtà contadina dell’Iran in una trama dal sapore di noir che invece racconta di una società rurale distante da quella dell’Iran moderno dove però esistono ancora le ingiustizie di genere con le donne sottomesse al potere maschile.

L’altro film giapponese di RYUSUKE HAMAGUCHI, alla sua seconda prova è tratto dal romanzo di Tomoka Shibasaki NETEMO SAMETEMO (ASAKO I & II). Quando si parla di amore a prima vista ecco quello che può succedere. La giovane ventunenne Asako vive a Osaka e si innamora di Baku, un ragazzo dallo spirito libero che improvvisamente scompare. Due anni dopo Asako incontra a Tokyo, dove vive, il giovane Ryohei. Il ragazzo sembra il sosia di Baku, ma ha una personalità completamente diversa. Con queste premesse l’applaudito film italiano LAZZARO FELICE di ALICE ROHRWACHER deve percorrere una strada in salita. Il tema è quello della contrapposizione tra civiltà rurale e quella di una città. Lazzaro che può sembrare stupido ma che viene attirato dal giovane Tancredi cresciuto in città. Un tema rivisitato dalla regista. Nella classifica dei critici internazionali la pellicola è al secondo posto insieme al film cinese e polacco e questo ci rende orgogliosi.

Nell’altra sezione in concorso Un Certain Regard il maestro cinese BI GAN presenta DI QIU ZUI HOU DE YE WAN (LONG DAY’S JOURNEY INTO NIGHT) in un manifesto al rapporto spazio tempo che è peculiare del Cinema. La pellicola è divisa in due parti sostanzialmente diverse per fattura e caratteristica. Nella seconda parte in 3D un lungo piano sequenza di oltre un ora con tripli salti mortali conduce lo spettatore in un viaggio senza spazio e tempo. La trama della prima parte ci mostra il protagonista Luo Hongwu che torna nella città natale dopo una lunga assenza. Nel suo passato c’è qualcosa di misterioso ed il legame con una bellissima donna della quale non sa nulla, neppure il nome. I ricordi improvvisamente riaffiorano costringendo l’uomo a far fronte a sconvolgenti rivelazioni. Un fantastico noir che porta lo spettatore tra finzione e realtà, tema tra l’altro sviluppato dal film di Jean Luc Godard. Come sempre Cannes è un omaggio al Cinema e questo distingue il Festival dagli altri.. Infine dal Brasile JOÃO SALAVIZA e RENÉE NADER MESSORA ci consegnano CHUVA É CANTORIA NA ALDEIA DOS MORTOS (THE DEAD AND THE OTHERS) dal sapore antropologico. Ovvero essere un indigeno nel Brasile di oggi dove permangono i ruoli tradizionali degli sciamani.

Non convince invece il regista Kazkano SERGEY DVORTSEVOY alla sua seconda regia presenta AYKA, la storia tragica di una giovane ragazza kirghisa che vive e lavora illegalmente a Mosca. Dopo aver dato alla luce suo figlio lo abbandona in ospedale alla ricerca di saldare un debito con uno strozzino. La prima parte del film girato con camera in spalla e per lo più con primi piani strettissimi sul viso della protagonista non lascia scampo allo spettatore nel condividere il dramma esistenziale. Nella seconda parte, tuttavia, il desiderio materno conduce Ayka a tentativi disperati di ritrovare il figlio in un film monotono.

Dopo la delusione per premi mancati è seguita Fuori Concorso la proiezione del Film di chiusura: THE MAN WHO KILLED DON QUIXOTE di TERRY GILLIAM:

Toby è un geniale ma anche cinico regista di spot che si trova su un set spagnolo in cui sta lavorando su un soggetto legato a Don Chisciotte. L’incontro con un gitano che vende dvd pirata di film ambientati in Spagna gli fa ritrovare la copia di un’opera giovanile girata in un paesino poco distante e avente lo stesso tema. Con quel lavoro aveva creato numerose aspettative negli abitanti e non tutte sono andate a buon fine.

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