
Laura Bispuri unica italiana in Concorso con un film tutto al femminile, ma anche nella sezione Panorama arrivano dall’Italia due giovani emergenti
(da Berlino Luigi Noera con la collaborazione di Marina Pavido – Le foto sono pubblicate per gentile concessione della Berlinale)
Sebbene i numeri della Berlinale siano imponenti per gli undici giorni di Festival con oltre 300 pellicole presentate, comprese quelle restaurate, gli omaggi e i focus, quest’anno alla Berlinale nella selezione ufficiale è presente solamente la cineasta italiana Laura Bispuri tra le 19 pellicole in Concorso. Al suo secondo invito dalla Berlinale presenta Figlia Mia, una storia tutta al femminile ambientata in Sardegna. Oltre alla Bispuri ritroviamo altri due nostri rappresentanti nella sezione Panorama di cui vi informeremo nel prossimo articolo. Questo è di buon auspicio perché nella vetrina di lancio di Panorama vengono segnalate anche le nuove generazioni di cineasti italiani . Ma anche nella composizione di una delle Giurie è presente il regista Jonas Carpignano, nostro rappresentante nella Giuria che assegnerà il GWFF Best First Feature Award. Vorremmo anche porre l’attenzione alla sezione Talents dove tra i 250 artisti selezionati, provenienti da 81 paesi dei quali 128 donne e 122 uomini, c’è anche quest’anno una nutrita schiera di giovani talenti italiani a cui facciamo i nostri auguri di successo e crescita. Sono cinque i nostri giovani talenti con skill che spaziano nei vari campi della cinematografia. Ecco i nomi Francesco Montagner regista; Erika Rossi regista; Enrica Gatto Editor; Pasquale Marino regista e Carolina Iacucci giornalista e critico cinematografico. Insieme agli altri 245 giovani partecipano alla Talents Berlinale arrivata alla 16ma edizione che quest’anno è animata dal motto “Secrets”. Infatti i Talents quest’anno esploreranno e scopriranno i messaggi alla base di storie e immagini cinematografiche e i percorsi inesplorati nel mondo del cinema. 250 talenti internazionali e oltre 100 esperti, mentori e ospiti della Berlinale rivelano i loro segreti di successo e affrontano le questioni sociali e politiche sempre più urgenti di come condividiamo, riveliamo e proteggiamo la conoscenza. 250 Talenti eccezionali e oltre 100 esperti internazionali e tutor saranno invitati al programma di sei giorni, che si tiene ancora una volta le tre sedi di HAU Hebbel Am Ufer dall’ 17 al 22 febbraio con oltre 25 conferenze e film aperti al pubblico.
Ma andiamo a raccontare cosa succederà dal 15 febbraio prossimo. La 68ma Berlinale si aprirà con l’anteprima mondiale e il ritorno del grande regista Wes Anderson. Dopo il successo di Grand Budapest Hotel presentato alla 64ma Berlinale che gli valse l’Orso d’Argento – Gran Premio della Giuria, oltre a varie candidature e premi sia ai Golden Globe che agli Oscar e il David di Donatello miglior film straniero, il regista si cimenta in uno stop motion nel film di animazione L’isola dei cani. Il cast dei doppiatori che presta le voci ai personaggi è di gran valore e comprende attori tra i quali Bill Murray, Scarlett Johansson, Frances McDormand, F Murray Abraham, Courtney B. Vance e Yoko Ono. “Sono molto contento che Wes Anderson dia il via alla competizione di Berlino. Isle of Dogs sarà il primo film d’animazione di Wes Anderson ad aprire il Festival, un film che catturerà il cuore del pubblico con il suo fascino “, sono le parole del direttore Dieter Kosslick.
Passiamo adesso alla Giuria Internazionale che ancora una volta sarà un illustre giuria internazionale che deciderà a chi andranno gli Orsi d’Oro e d’Argento della Berlinale 2018. Come Presidente della giuria è stato nominato il regista, sceneggiatore, compositore e produttore tedesco Tom Tykwer. “Tom Tykwer è uno dei registi tedeschi di più alto profilo e si è affermato sul palcoscenico internazionale come un grande regista. Il suo talento eccezionale e il suo stile innovativo sono stati provati in una varietà di generi cinematografici. Con Tom Tykwer abbiamo un presidente di giuria eccezionale “, ha aggiunto Dieter Kosslick.
Sono sei le diverse discipline sempre legate al cinema e rappresentate nella giuria internazionale che affianca Tom Tykwer. In particolare Dieter Kossilik ha invitato l’attrice Cécile de France (Belgio), la fotografa e ex-regista della Filmoteca Española Chema Prado (Spagna), la produttrice Adele Romanski (USA), il compositore Ryūichi Sakamoto (Giappone) e Stephanie Zacharek (USA ) giornalista e critico cinematografico della prestigiosa rivista TIME.
Sono diciannove i film in lizza in questa edizione del concorso per gli Orsi d’Oro e d’Argento, ed ecco i titoli dei 19 film in concorso e dei 5 fuori concorso con la Germania che primeggia in ben sei di cui 2 coproduzioni dove spiccano il nome di Christian Petzold, ma anche quello come accennato di Wes Anderson, di Cédric Kahn, di Małgorzata Szumowska , nonché di Steven Soderbergh con l’atteso UNSANE, che sebbene sia fuori concorso è un noir particolare girato con l’i-phone. C’è poi il ritorno di Lav Diaz con l’ultimo film della sua trilogia in un titanico affondo sulla situazione politica delle Filippine dallo stesso definito un musical, Laura Bispuri con al fianco Valeria Golino e Alba Rohrwacher, e Mani Haghighi (ricordiamo il suo fantasmagorico Dragon Arrives presentato l’anno passato nella sezione Panorama, film di rottura del cinema iraniano) con un film misterioso e il debutto come regista di lungometraggi del documentarista paraguaiano Marcelo Martinessi che concorre con Las herederas anche al GWFF Best First First Award insieme alla rumena Adina Pintilie e il suo Touch Me Not sulla incomunicabilità tra gli esseri umani. In ultimo alla conferenza stampa ufficiale della Berlinale è stato presentata a completamento della selezione la produzione norvegese Utøya 22. juli (U – 22 luglio) di Erik Poppe e il documentario Songwriter di Murray Cummings nel programma Berlinale Special. Il docufilm vede protagonista il cantautore britannico Ed Sheeran mentre crea il suo ultimo album e offre uno sguardo intimo sul lavoro del musicista.
In dettaglio i film in competizione, fuori concorso e della selezione Berlinale Special:
Concorso
- 3 Tage in Quiberon (3 Days in Quiberon) Germania / Austria / Francia di Emily Atef (WP)
- Ang panahon ng halimaw (Season of the Devil) Filippine di Lav Diaz (WP)
- Damsel USA di David Zellner, Nathan Zellner (IP)
- Don’t Worry, He Won’t Get Far on Foot USA di Gus Van (IP)
- Dovlatov Russia / Polonia / Serbia di Alexey German Jr. (WP)
- Eva Francia di Benoit Jacquot (WP)
- Figlia mia (Daughter of Mine) Italia / Germania / Svizzera di Laura Bispuri (WP)
- Las herederas (The Heiresses) Paraguay / Germania / Uruguay / Norway / Brazil / Francia di Marcelo Martinessi (WP) – Opera prima
- In den Gängen (In the Aisles) Germania di Thomas Stuber (WP)
- Isle of Dogs USA di Wes Anderson (WP) Film d’apertura
- Khook (Pig) Iran di Mani Haghighi (WP)
- Mein Bruder heißt Robert und ist ein Idiot Germania / Francia/ Svizzera di Philip Gröning (WP)
- Museo (Museum) Messico di Alonso Ruizpalacios (WP)
- La prière (The Prayer) Francia di Cédric Kahn (WP)
- Toppen av ingenting (The Real Estate) Svezia / UK di Måns Månsson (WP)
PIERRE BJ RK PHOTOGRAPHER - Touch Me Not Romania / Germania / Rep. Ceca/ Bulgaria / Francia di Adina Pintilie (WP) – Opera prima
- Transit Germania / Francia di Christian Petzold (WP)
- Twarz (Mug) Polonia di Małgorzata Szumowska (WP)
- Utøya 22. juli (U – July 22) Norvegia di Erik Poppe
Fuori Conconcorso
- 7 Days in Entebbe USA / UK di José Padilha (WP)
- Ága Bulgaria / Germania / Francia di Milko Lazarov (WP)
- Black 47 Irlanda / Lussemburgo di Lance Daly (WP)
- Eldorado – (DOC) Svizzera/ Germania di Markus Imhoof (WP)
- Unsane USA di Steven Soderbergh (WP)
Per motivi di embargo rimandiamo le anticipazioni sulle trame dei film in concorso e fuori concorso, costatando che per quanto riguarda il concorso va alla Germania il maggior numero di pellicole selezionate (6) insieme alla Francia con a seguire l’America con cinque pellicole, mentre alcune delle cinematografie del continente europeo (Italia, Norvegia, Polonia, l’effervescente Romania, la Svezia) e la Russia sono rappresentate da singole pellicole, così come lo sguardo agli altri continenti (Asia con Iran e Filippine, America Latina con il Messico e Paraguay) con cineasti consolidati ed emergenti (Lav Diaz e Marcelo Martinessi). Questa predominanza di pellicole tedesche è stata rimarcata con entusiasmo dal Direttore Dieter Kosslick in conferenza stampa, specificando il carattere complesso, stratificato ed eccitante della attuale società globale. Uno per tutti Transit di Christian Petzold il quale traspone una novella di Anna Segher nella Marsiglia di oggi, ma anche 3 Days in Quiberon che parla dell’attrice Romy Schneider che tutti noi ricordiamo come la Principessa Sissi, ed infine l’arte del minimalismo dell’attore Franz Rogosky presente i tre film tra i quali spiccano le sue interpretazioni in Transit e In den Gängen (In the Aisles).
Come ogni anno ai precedenti titoli si affiancano alcune prestigiose produzioni mondiali (12) che segnalano il futuro del cinema mondiale nella sezione Berlinale Special 2018, ma che non hanno trovato spazio tra quelli in concorso.
Berlinale Special Gala
- The Bookshop Spagna / UK / Germania di Isabel Coixet (Prima Tedesca)
- Das schweigende Klassenzimmer (The Silent Revolution) Germania di Lars Kraume (WP)
Berlinale Special Gala al Friedrichstadt-Palast
- Monster Hunt 2 Rep. Popolare Cinese / Hong Kong, Cina di Raman Hui (Prima europea)
- The Happy Prince Germania / Belgio / Italia di Rupert Everett (Prima europea)- First Feature
- Songwriter – (DOC) UK di Murray Cummings WP
- Unga Astrid (Becoming Astrid) Svezia / Germania / Denmark di Pernille Fischer Christensen (WP)
Berlinale Special all’ Haus der Berliner Festspiele
- AMERICA Land of the FreeKS – (DOC) Germania di Ulli Lommel (WP) (omaggio a Ulli Lommel)
- Gurrumul – (DOC) Australia di Paul Williams (IP) – Opera Prima In Cooperazione con NATIVe
RYŪICHI SAKAMOTO: async AT THE PARK AVENUE ARMORY – (DOC) USA / Giappone di Stephen Nomura Schible (IP)
- Viaje a los Pueblos Fumigados – (DOC) Argentina di Fernando Solanas (WP)
Berlinale Special al Kino International
- The Interpreter Slovak Republic / Rep. Ceca/ Austria di Martin Šulík (WP)
- Usedom – Der freie Blick aufs Meer – (DOC) Germania di Heinz Brinkmann
Ormai è noto che non esiste più un confine netto tra Cinema e Serie TV e perciò la Berlinale propone una sezione dedicata alle serie in Berlinale Special Series che si terrà allo Zoo Palast ( vedi articolo #BERLINALE #1 ).
Berlinale Special – Berlinale Series (Zoo Palast)
- Bad Banks – regia: Christian Schwochow (Germania / Lussemburgo )
- Heimebane (Home Ground) – regia: Arild Andresen (Norvegia)
- Liberty – regia: Mikael Marcimain (Danimarca)
- The Looming Tower – regia: Alex Gibney, basato su un libro di Lawrence Wright (USA)
- Picnic at Hanging Rock – regia: Larysa Kondracki (episodes 1-3 ) (Australia)
- Sleeping Bears – ideato e regia: Keren Margalit (Israel)
- The Terror – regia: Edward Berger (episodi 1-3), (USA)
Alcuni dei titoli precedenti partecipano insieme ad una selezione dalle altre sezioni Panorama, Forum e Generation pure all’assegnazione di due altri premi dei quali il Glashütte Original Documentary Award è stato istituito lo scorso anno. Infatti da molti anni, la Berlinale è impegnata a promuovere i documentari e altre forme artistiche documentarie non solo nei programmi delle varie sezioni, nelle iniziative e nelle serie speciali, ma anche nell’European Film Market (EFM). Il Premio del valore di 50.000 €, finanziato da Glashütte Original, verrà diviso equamente tra regista e produttore del film vincitore scelto tra le 16 pellicole selezionate tra quelle in competizione, Berlinale Special, Panorama, Forum, Generation e delle sezioni Perspektive Deutsches Kino e Culinary. La giuria che sceglierà il doc vincitore è composta da Cíntia Gil (Portogallo), Ulrike Ottinger (Germania) e Eric Schlosser (USA).
In particolare Cíntia Gil, nata in Portogallo, dal 2012 insieme a Davide Oberto è co-direttore del Doclisboa. Invece Ulrike Ottinger è dagli anni ’70 una affermata regista tra i più importanti e versatili della Germania. Berlinese per scelta, tra i suoi film più noti, ricordiamo Johanna d’Arc of Mongolia (1989), per il quale ha ricevuto un German Film Award e il Audience Award al Montréal Women’s Film Festival. Ottinger, che come artista e fotografa ha partecipato a mostre internazionali, ma anche regolarmente alla Berlinale. Le sue opere sono state esposte in istituzioni come la Cinémathèque française, il Centre Pompidou, il MoMA di New York e il documenta di Kassel. Infine Eric Schlosser è un giornalista investigativo, drammaturgo, ma anche sceneggiatore e regista. Il suo libro “Fast Food Nation: The Dark Side of the All-American Meal” (2001) è stato un bestseller internazionale e ha contribuito in modo decisivo alla crescente ribellione contro l’industrializzazione della produzione alimentare. Da sottolineare che quest’anno la Berlinale pubblica per la prima volta una brochure intitolata “Focus on Docs”. Nella pubblicazione una panoramica delle numerose attività connesse al genere documentario durante il festival che susciterà l’interesse per i film e gli eventi della prossima Berlinale.
I seguenti film concorrono per il Glashütte Original – Documentary Award, e sono tutti in anteprima mondiale:
Competizione – Fuori concorso (1)
Eldorado Switzerland / Germany di Markus Imhoof
Berlinale Special (1)
Viaje a los Pueblos Fumigados (A Journey to the Fumigated Towns) Argentina di Fernando Solanas
Panorama (6)
Al Gami’ya (What Comes Around) Lebanon / Egypt / Greece / Qatar / Slovenia di Reem Saleh
Až přijde válka (When the War Comes) Czech Republic / Croatia di Jan Gebert
Ex Pajé (Ex Shaman) di Luiz Bolognesi
Game Girls France / Germany di Alina Skrzeszewska
Obscuro Barocco France / Greece di Evangelia Kranioti
Zentralflughafen THF (Central Airport THF) Germany / France / Brazil di Karim Aïnouz
Forum (5)
Den’ Pobedy (Victory Day) Germany di Sergei Loznitsa
L’empire de la perfection (In the Realm of Perfection) France diJulien Faraut
Minatomachi (Inland Sea) Japan / USA di Kazuhiro Soda
Premières solitudes (Young Solitude) France di Claire Simon
Waldheims Walzer Austria di Ruth Beckermann
Generation (2)
Ceres Belgium / Netherlands di Janet van den Brand
What Walaa Wants Canada / Denmark di Christy Garland
Perspektive Deutsches Kino (2)
The Best Thing You Can Do With Your Life Germany / Mexico di Zita Erffa
Draußen Germany di Johanna Sunder-Plassmann, Tama Tobias-Macht
Culinary Cinema (1)
The Green Lie Austria di Werner Boote
L’altro premio è il GWFF Best First Feature Award che è stato introdotto nel 2006 per sostenere la nuova generazione di cineasti. Il premio del valore di 50.000 euro, è offerto da GWFF (Gesellschaft zur Wahrnehmung von Film- und Fernsehrecht), società dedicata alla tutela dei diritti cinematografici e televisivi. Il premio in denaro viene diviso tra il produttore e il regista del film vincitore. Inoltre, il regista sarà premiato inoltre con un mirino ad alta qualità sia come uno strumento utile e il trofeo indimenticabile. Dieter Kosslick e i responsabili della sezione concorso e delle sezioni Panorama, Forum, Generation e Perspektive Deutsches Kino hanno selezionato 18 opere prime. GWFF Best First Feature Award: giuria e film in concorso. Una giuria di tre persone assegnerà il GWFF Best First Feature Award.
Come abbiamo già detto tra essi c’è anche Jonas Carpignano giovane promessa italo americana. Jonas Carpignano, nato nel 1984, è cresciuto a New York e a Roma. Il suo debutto alla regia, Mediterranea, è stato presentato alla Semaine de la Critique al Festival di Cannes nel 2015. Non solo è stato nominato per tre Independent Spirit Awards, ma ha anche vinto il Gotham Award come regista rivoluzionario e un premio dal National Board of Revisione. Anche il successivo film è stato un grande successo: A Ciambra, che ha avuto la sua prima nella Quinzaine des Réalisateurs nel 2017, ha ricevuto l’Europa Cinemas Label Award per il miglior film europeo. E ‘stato anche votato miglior film italiano dell’anno dal Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici Italiani (SNCCI), ma ha anche guadagnato una nomination come miglior regista agli Independent Spirit Awards ed è stato scelto per rappresentare l’Italia agli Oscar. Di recente è stato premiato anche al Tertio MIllenio Film Festival – Festival intereligioso delle varie confessioni religiose. Carpignano, che nel 2012 ha partecipato ai talents della Berlinale, nel 2016 ha ricevuto una borsa di studio dal Guggenheim. Continua a vivere e lavorare nel sud Italia.
L’altro giurato è il rumeno Călin Peter Netzer. Nato in Romania nel 1975, è emigrato con la sua famiglia in Germania quando aveva otto anni. Dopo aver terminato la scuola a Stoccarda, ha studiato regia a Bucarest, dove si è diplomato nel 1999. Dopo aver vinto con molti dei suoi cortometraggi premi nei festival internazionali, il suo primo lungometraggio Maria (2003 è stato presentato al Festival di Locarno, dove ha ricevuto diversi premi. Nel 2013 Netzer ha vinto l’Orso d’oro alla Berlinale per il dramma familiare Child’s Pose. Il film ha vinto otto film nazionali rumeni e una nomination all’European Film Award. Con Ana, mon amour, è tornato al concorso Berlinale nel 2017. Il film ha ricevuto l’Orso d’argento per il miglior contributo artistico (montaggio). Ed infine l’israeliana Noa Regev, Direttore esecutivo della Cineteca di Gerusalemme dal 2013, ha incrementato l’importanza dell’Israel Film Archive e del Jerusalem Film Festival sia a livello nazionale che internazionale.
Sono 18 i film selezionati per il premio GWFF Miglior Opera Prima tutti in anteprima mondiale:
Competition (2)
Las herederas (The Heiresses) Paraguay / Germany / Uruguay / Norway / Brazil / France di Marcelo Martinessi
Touch Me Not Romania / Germany / Czech Republic / Bulgaria / France di Adina Pintilie
Panorama (4)
Marilyn Argentina / Chile di Martín Rodríguez Redondo
La omisión (The Omission) Argentina / Netherlands / Switzerland di Sebastián Schjaer
Rou quing shi (Girls Always Happy) People’s Republic of China di Yang Mingming
Forum (5)
La cama (The Bed) Argentina / Germany / Netherlands / Brazil di Mónica Lairana
Drvo (The Tree) Portugal By André Gil Mata
An Elephant Sitting Still People’s Republic of China di Hu Bo
Kaotični život Nade Kadić (The Chaotic Life of Nada Kadić) Mexico / Bosnia and Herzegovina di Marta Hernaiz
Notes on an Appearance USA di Ricky D’Ambrose
Generation (5)
Blue Wind Blows Japan di Tetsuya Tomina
El día que resistía (The Endless Day) Argentina / France di Alessia Chiesa
Dressage Iran By Pooya Badkoobeh
Güvercin (The Pigeon) Turkey di Banu Sıvacı
Para Aduma (Red Cow) Israel di Tsivia Barkai Jacov
Perspektive Deutsches Kino (2)
Luz Germany di Tilman Singer
Whatever Happens Next Germany / Poland By Julian Pörksen
Proponiamo infine la selezione dei SHORTS che vedono i futuri registi di lungometraggi a cimentarsi sull’arena della Berlinale.
Sono 22 i film provenienti da 18 paesi che saranno in competizione per l’ Orso d’Oro e d’Argento come pure per l’Audi Short Film Award, del valore di € 20.000, e una nomination agli European Film Awards durante l’edizione 2018 della Berlinale Shorts.
La Giuria della Berlinale Shorts è composta da tre artisti di altissimo livello: il regista portoghese, Orso d’oro per il miglior cortometraggio alla Berlinale 2017, Diogo Costa Amarante; il Regista e curatore statunitense Mark Toscano; e il cineasta e accademico sudafricano Jyoti Mistry. “Le diverse prospettive che Mark Toscano, Jyoti Mistry e Diogo Costa Amarante portano in giuria contribuiranno ad una disamina approfondita, giovane e contemporanea sulla selezione del 2018 “, commenta Maike Mia Höhne, curatrice di Berlinale Shorts.
Accenniamo in breve alle opere in concorso. Oltre alle 22 opere in concorso, il film nigeriano Besida di Chuko Esiri e il film austriaco The Shadow of Utopia di Antoinette Zwirchmayr saranno proiettati fuori concorso. Il concorso Berlinale Shorts di quest’anno include film di João Salaviza, Réka Bucsi, Bárbara Wagner e Benjamin de Burca, Manque La Banca, Sylvia Schedelbauer, Ulu Braun, Arash Nassir, João Viana, tra gli altri. Inoltre, i Berlinale Shorts presenteranno un programma speciale in occasione del cinquantenario del mitico 1968.
I cortometraggi della competizione internazionale di quest’anno guardano la realtà negli occhi e contribuiscono attivamente all’attuale dibattitoo socio-politico. Determinati, i registi catturano piccoli momenti, storie e argomenti locali e li collegano a eventi di grande impatto. Che i film siano di animazione, documentari o narrativi – la sperimentazione è all’ordine del giorno. L’elemento performativo è parte della strategia. I rapporti di genere e le strutture di potere sono ancora lontani dall’essere uguali o equilibrati, ma sono l’oggetto di queste opere.
In City of Tales di Arash Nassiri, si può ascoltare una polifonia di dialetti persiani che trasforma Los Angeles in Teheran. I siti della memoria sono le città degli altri. In Onde o Verão Vai (episodi da juventude), il regista portoghese David Pinheiro Vicente mette in scena un singolare esodo dal Giardino dell’Eden e ripensa così sui primordi dell’umanità. Nel suo documentario Circle, Jayisha Patel mostra come la famiglia possa essere un terreno fertile per la tratta delle donne. È la nonna che accetta i soldi per lo stupro di sua nipote. Per la prima volta, un film dal Ruanda sarà proiettato nella competizione, la co-produzione Imfura di Samuel Ishimwe.
Berlinale Shorts è interessato a narrazioni di finzione che vanno al di la dei soliti formati, ed è aperto a mezzi creativi che trovano nuove forme drammaturgiche per elevare tensione e suspense.
Infine per i 50 anni dal 1968: il programma speciale Berlinale Shorts “1968 – Red Flags for Everyone” presenterà strategie estetiche che sono ancora rilevanti per quei giorni. “Senza sollevare la questione dei disordini sociali, sarebbe impossibile esaminare il 1968 – lo sguardo soggettivo nella sua diversità estetica è il caleidoscopio che rende le condizioni di allora comprenbili oggi. Riducendo radicalmente tutto al materiale stesso, gli artisti liberano il film da qualsiasi tipo di narrativa e consentono a una nuova realtà di diventare evidente “, afferma la curatrice di Berlinale Shorts Maike Mia Höhne.
In Programmhinweise, Christiane Gehner riflette i ruoli di genere: “Non ne sono sicuro, ma a volte sembra che sia meglio attenersi alle richieste degli uomini, perché l’isolamento è persino peggio della soppressione.” In Antigone, Ula Stöckl rivela le strutture coinvolte. in squilibri di potere. In Na und … ?, Marquard Bohm e Helmut Herbst rivelano – a casa della famiglia di Bohm ad Amburgo – la fastosità spesso celata sotto l’abito accademico. Dore O. descrive il suo film Alaska come un sogno su se stessa, come conseguenza dell’interazione con la società. Nel 1968, Helmut Herbst e Dore O. furono i membri fondatori della prima Cooperativa dei produttori cinematografici di Amburgo, che influenzò radicalmente il discorso sociale contemporaneo con i loro film.
Ecco i titoli delle opere selezionate alla Berlinale Shorts
- After/Life, Puck Lo, USA, 15’ (WP)
- Alma Bandida, Marco Antônio Pereira, Brazil, 15’ (WP)
- And What Is the Summer Saying, Payal Kapadia, India, 23’ (WP)
- Babylon, Keith Deligero, Philippines, 20’ (IP)
- Besida, Chuko Esiri, Nigeria, 12’ (WP) – out of competition
- Blau, David Jansen, Germany, 15’ (WP)
- Burkina Brandenburg Komplex, Ulu Braun, Germany, 19’ (WP)
- Circle, Jayisha Patel, Great Britain / India / Canada, 14’ (WP)
- City of Tales, Arash Nassiri, France, 21’ (WP)
- Coyote, Lorenz Wunderle, Switzerland, 10’ (WP)
- Imfura, Samuel Ishimwe, Switzerland / Rwanda, 36’ (IP)
- Imperial Valley (Cultivated Run-Off), Lukas Marxt, Germany / Austria, 14’ (WP)
- Des jeunes filles disparaissent, Clément Pinteaux, France, 16’ (IP)
- Madness, João Viana, Mozambique / Guinea-Bissau / Qatar / Portugal / France, 13‘ (WP)
- The Men Behind the Wall, Ines Moldavsky, Israel, 28’ (WP)
- Onde o Verão Vai (episódios da juventude), David Pinheiro Vicente, Portugal, 20’ (WP)
- Russa, João Salaviza & Ricardo Alves Jr., Portugal / Brazil, 20’ (WP)
- The Shadow of Utopia, Antoinette Zwirchmayr, Austria, 23’ (IP) – out of competition
- Solar Walk, Réka Bucsi, Denmark, 21’ (WP)
- Terremoto Santo, Bárbara Wagner & Benjamin de Burca, Brazil, 20’ (IP)
- Le Tigre de Tasmanie, Vergine Keaton, France, 14’ (WP)
- T.R.A.P, Manque La Banca, Argentina, 16’ (WP)
- While I Yet Live, Maris Curran, USA, 15’ (IP)
- Wishing Well, Sylvia Schedelbauer, Germany, 13‘ (WP)
Berlinale Shorts special “1968 – Red Flags for Everyone”
- Alaska, Dore O., Federal Republic of Germany, 18‘, 1968
- Antigone, Ula Stöckl, Federal Republic of Germany, 9‘, 1964
- Farbtest Rote Fahne, Gerd Conradt, Federal Republic of Germany, 12‘, 1968
- Fundevogel, Claudia von Alemann, Federal Republic of Germany, 22‘, 1967
- I Ruhrområdet, Peter Nestler, Sweden, 34‘, 1967
- Ja/Nein, Ernst Schmidt jr., Austria, 3‘, 1968
- Kunst & Revolution, Ernst Schmidt jr., Austria, 2‘, 1968
- My Name is Oona, Gunvor Nelson, USA, 10‘, 1969
- Na und…?, Marquard Bohm & Helmut Herbst, Federal Republic of Germany, 33‘, 1966
- Programmhinweise, Christiane Gehner, Federal Republic of Germany, 10‘, 1970
La Berlinale non si esaurisce qui per la sua vastità con le altre sezioni Panorama (con due opere di registi italiani), Forum e Perspektive Deutsches Kino, solo per citare le principali di cui vi diremo in un prossimo articolo.
Infine è doveroso riportare la notizia dell’ultima ora riguardo all’assegnazione dell’Orso d’oro alla carriera all’attore Willem Dafoe. Alla premiazione seguirà la proiezione del film di Daniel Nettheim The Hunter (Australia 2011), inoltre è previsto un nutrito programma di film per l’Homage a cura di Deutsche Kinemathek.
Willem Dafoe ha partecipato a più di 100 produzioni cinematografiche, arricchendole con le sue esibizioni espressive e la presenza formidabile. La sua enorme portata tecnica come attore si estende dalla personificazione dell’infondibile cattivo al ritratto di Gesù di Nazareth. Oltre alle sue celebri apparizioni cinematografiche, Dafoe ha anche perseguito una carriera parallela nel teatro che è l’altra sua passione.
“Willem Dafoe è un amico intimo del festival ed è stato spesso ospite alla Berlinale in passato nell’ambito delle proiezioni di film e anche come membro della giuria internazionale nel 2007,” commenta il direttore del festival Dieter Kosslick. “Non vedo l’ora di dargli il benvenuto all’edizione 2018 del festival come ospite d’onore e di riconoscere il suo traguardo a vita con l’Orso d’oro alla carriera”.
Willem Dafoe ha iniziato a studiare teatro all’età di 17 anni. Oltre alle sue attività sul palcoscenico, Dafoe ha iniziato a rivolgere sempre più la sua attenzione al lavoro cinematografico a partire dai primi anni ’80. In primo luogo ha ottenuto visibilità attraverso la sua apparizione nel film d’esordio di Kathryn Bigelow The Loveless (1981) e in Streets of Fire (1984) di Walter Hill. Nel thriller poliziesco di William Friedkin To Live and Die in L.A. (1985) ha interpretato lo spietato contraffattore Eric “Ric” Masters, un cattivo che non si fermerà davanti a nulla per neutralizzare i suoi avversari.
Nel 1986, il ritratto di Dafoe del sergente Elias Grodin nel film plastico anti-guerra di Oliver Stone lo ha fatto conoscere ad un pubblico più ampio. Due anni dopo, Martin Scorsese lo scelse per interpretare Gesù Cristo nell’adattamento letterario molto discusso L’ultima tentazione di Cristo (1988). Sempre nello stesso anno, Dafoe ha recitato al fianco di Gene Hackman nel film dell’epoca per i diritti civili del regista Alan Parker, Mississippi Burning (1988). Nel film, Dafoe interpreta un giovane agente dell’FBI che lotta contro il razzismo e il Ku Klux Klan.
Seguiranno molti ruoli sfaccettati, in film come Born on the Fourth of July (1989), In weiter Ferne di Wim Wenders, Faraway, So Close! 1993 e The English Patient (1996). Nel 2000, Dafoe primeggia come Max Schreck nel film dell’orrore Shadow of the Vampire del regista E. Elias Merhige che gli è valsa la sua seconda nomination all’Oscar. L’anno scorso Dafoe è apparso nel film di Kenneth Branagh, Murder on the Orient Express (2017). L’ultimo film in uscita con Willem Dafoe è The Florida Project (diretto da Sean Baker) che gli è valso una nomination ai BAFTA Awards britannici e recentemente la sua terza nomination per un Academy Award, nella categoria di miglior attore non protagonista. Recentemente anche finito le riprese sotto la regia di Julian Schnabel per At Eternity’s Gate, in cui interpreta Vincent van Gogh. Sono 10 i film che la Berlinale propone per l’omaggio al poliedrico attore:
Antichrist (Denmark / Germany / France / Sweden / Italy / Poland 2009, Director: Lars von Trier)
Auto Focus (USA 2002, Director: Paul Schrader)
The Hunter (Australia 2011, Director: Daniel Nettheim)
The Last Temptation of Christ (USA / Canada 1988, Director: Martin Scorsese)
The Life Aquatic With Steve Zissou (USA 2004, Director: Wes Anderson)
Mississippi Burning (USA 1988, Director: Alan Parker)
Pasolini (France / Italy / Belgium 2014, Director: Abel Ferrara)
Platoon (USA 1986, Director: Oliver Stone)
Shadow of the Vampire (USA / United Kingdom / Luxembourg 2000, Director: E. Elias Merhige)
To Live and Die in L.A. (USA 1985, Director: William Friedkin)
All’omaggio a Dafoe si affianca il premio Berlinale Camera che il festival attribuisce a personalità alle quali si sente particolarmente legato come segno di gratitudine per il loro contributo al cinema. Per la 68a edizione della Berlinale, sono state scelte tre persone a cui andrà la Berlinale Camera: il presidente del European Film Market Beki Probst (Svizzera), il produttore e direttore esecutivo dello Israel Film Fund Katriel Schory (Israele) e il regista e attore Jiří Menzel (Repubblica Ceca).