EDITORIALE: ennesimo attentato suicida in Europa. Il modello Israeliano-Palestinese sbarca nel Vecchio Continente?

Gli Europei non sono abituati al susseguirsi di attentati come lo sono in Israele. Purtroppo questo nefasto modello di vita (ossia di convivere con il terrore) ha trovato negli ultimi mesi (diciamo a partire dall’ attentato parigino del 13 novembre 2015) terreno fertile anche in Europa. Non ci eravamo ancora ripresi della strage di Nizza, preoccupati per la deriva antidemocratica turca, che oggi l’ennesimo fatto stragistico ha stravolto la quotidianità di ognuno di noi. Fine settimana ancora una volta macchiato di sangue. Questa volta a Monaco in Germania. E dove colpiranno la prossima volta?
Come sapete mi occupo prevalentemente di cinema, che poi nella solita querelle tra Melies e i fratelli Lumiere si risolve nel dilemma se la realtà supera la fantasia o viceversa.
Ma procediamo con ordine. Qualche anno fa assistetti alla proiezione di un film che raccontava di un suicida palestinese, ovviamente “terrorista”, mandato allo sbaraglio per uccidersi ed uccidere a sua volta. Fatto che in Israele è all’ 
ordine del giorno. Solamente che il poveretto non aveva deciso per libera scelta, bensì perché i terroristi (quelli veri e vigliacchi) avevano rapito i suoi familiari palestinesi e li tenevano in ostaggio. Purtroppo non ricordo il titolo, ma la storia era veramente ben congegnata, e mi viene il sospetto che ci sia un fondo di verità in tutto questo. Una domanda è d’obbligo. Siamo veramente sicuri che questi aspiranti suicidi lo siano fino in fondo? Oppure si tratta di uno stato di necessità? Al riguardo mi viene in mente un altro film spagnolo dove un direttore di banca per salvare la famiglia ostaggio dei banditi svaligia la sua stessa banca. Insomma chiediamoci francamente se ognuno di noi sia disposto a salvare i principi o piuttosto i propri cari.
Di quanto accaduto a Monaco si sa poco, ma il susseguirsi rapido di fatti luttuosi in Europa, l’altrettanto rapido convertirsi all’Islam degli attentatori, come si legge per esempio nei giornali per il tunisino omicida di Nizza, mi fa pensare che bisogna cercare le ragioni anche altrove.
Ovviamente la mente perversa della regia di tali fatti è spinta dall’ odio verso l’Occidente e questo è una altra cosa su cui riflettere. Ma gli esecutori materiali siamo sicuri che siano altrettanto fanatici. Mi pongo la domanda solo ai fini di trovare una soluzione e non per “buonismo”. Oltre a disadattati può trattarsi di ostaggi veri e propri e quindi non per libera scelta.
In Israele si convive con il terrore, ma i giovani continuano ad andare in discoteca. Ed è esattamente quello che avviene adesso in Europa. Allora domandiamoci: ha funzionato in Israele l’alzare muri, occupare territori, sfrattare le popolazioni?
La differenza tra Israele ed Europa è però il fattore di scala. Diciamo numericamente il rapporto tra una Nazione ed un Continente. E le variabili del fenomeno sono quindi più numerose.
Alla base resta la domanda: a chi giova tutto questo? La paura del diverso affascina da sempre e fa presa sul popolo. Ma per cosa?

Lascio al lettore la risposta a questi quesiti. (vedere anche l’altro articolo sui fatti di Parigi)  https://raccontardicinema.blogspot.it/2015/11/una-preghiera-per-la-pace.html

Sempre a proposito di cinema mi viene in mente il premiato film TIMBUKTU di Abderrahmane Sissako, appunto sulla cultura distorta di certo fanatismo che riesce a soggiogare fino alla morte il protagonista, ma non la fantasia dei giovani che giocano a calcetto.

Allora le forze democratiche di questi due mondi, Occidente ed Oriente, dovrebbero insieme diffondere la cultura della Vita, isolando gli estremismi.
Un’ultima riflessione sul viaggio di Papa Francesco in Polonia per la GMG della prossima settimana. Leggendo vari articoli sull’ argomento mi sono posto la domanda: ma la Polonia è pronta a rendere innocua la minaccia dei terroristi, anche per quelli così come li ho descritti? E a questo punto sono stato assalito dalla paura. Noi però non possiamo fare altro che pregare per il Santo Padre e per chi è preposto alla Sua sicurezza.
NDR: mi è sembrato appropriato utilizzare il logo della Mezza Luna Rossa e la Croce Rossa unite come simbolo di una umanità riconciliata.

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