SPECIALE 70ma #BERLINALE #15 – 20.02/01.03/2020 – (DAY 9): I Migliori Film della Berlinale

(da Berlino Luigi Noera con la gentile collaborazione di Marina Pavido – Le foto sono pubblicate per gentile concessione della Berlinale)

In attesa che la Giuria Internazionale si pronunci ecco le nostre previsioni del CONCORSO:

Il primo in assoluto è il documentario in Prima Mondiale Irradiés (Irradiated) Francia / Cambogia di Rithy Panh che ci parla con la potenza delle immagini montate in sequenza di tre alla volta di quanto può l’essere umano travalicare ogni immaginazione. Sono sequenze soprattutto degli effetti della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki, ma anche dei devastamenti delle bombe al Naplan in Vietnam e dell’Olocausto. Il Male Assoluto in tutti i suoi aspetti che sono purtroppo umani. Se qualcosa si può ricordare al regista è di essersi dimenticato di quanto successo durante le purghe staliniste e durante le sommosse nei paesi satelliti del blocco sovietico. E’ un monito all’umanità di ricordarsi della storia recente. Per noi merita il punteggio massimo e oltre (5+).

Il secondo in CONCORSO per noi si merita l’Orso d’Oro con  Favolacce (Bad Tales) Italia / Svizzera di Damiano & Fabio D’Innocenzo in Prima Mondiale con il massimo dei voti (5). Nel cast oltre Elio Germano, anche Barbara Chichiarelli, Lino Musella, Gabriel Montesi, Max Malatesta.

Siamo di fronte ad un impietoso affresco della Famiglia di oggi. Già dall’incipit è chiaro per i fratelli D’Innocenzo che non c’è scampo. La regia è sopra le righe ma con trovate a dir poco geniali. Elio Germano e la sua parlata dialettale romanesca supera i confini dello stivale.

Elio Germano al giro di boa del festival più popolare d’Europa supera se stesso e aveva già colpito il pubblico berlinese con la sua interpretazione dell’artista LIGABUE ai più sconosciuto perché intimo.

Il terzo con punteggio di 4,5 proviene dall’Iran si tratta di Sheytan vojud nadarad (There Is No Evil) Germania / Repubblica Ceca / Iran di Mohammad Rasoulof in Prima Mondiale. C’è da dire che al regista è stato impedito di recarsi a Berlino. Quattro storie con un unico filo conduttore: la coscienza di scegliere. Nella prima un buon padre di famiglia si rivela alla fine un boia di stato, nella seconda un soldato entra in crisi viceversa per evitare di stare nel plotone di esecuzione. Nella terza ancora una volta un soldato di leva si ritrova involontariamente in una condizione di essere stato il boia del cognato. Nell’ultima qualche sfilacciamento nella narrazione tra padre e figlia mai riconosciuta. In uno stato come quello iraniano dove le libertà individuali sono calpestate viene fuori una narrazione struggente dei singoli. Insomma il filmone della Berlinale. Noi però siamo ancora speranzosi per Favolacce dei Fratelli D’Innocenzo il quale affronta come il film iraniano temi universali. Staremo a vedere.

JAVIER BARDEM as Leo; ELLE FANNING as Molly

L’altro film in concorso che segue è della regista Sally Potter che non ci ha disatteso. Parliamo di The Roads Not Taken dalla Gran Bretagna  in Prima Mondiale per il quale il nostro punteggio è 4. In uno spazio ristretto di una camera si consuma il dramma familiare di un padre e di una figlia amorevole. Javier Bardem ed Elle Fanning sono i protagonisti insieme a Salma Hayek e Laura Linney di questo pampleth. Leo è uno scrittore che ricorda a tratti i momenti importanti della sua vita. Scrittura su più livelli che dimostra la bravura di Sally Potter a confrontarsi con una sceneggiatura di per se ostica. Purtroppo non ha ricevuto il doveroso plauso.

Infine dalla Corea una storia delicata che contrariamente al titolo parla di sobrietà  Hong Sangsoo merita un premio (punteggio 3,5) per Domangchin yeoja (The Woman Who Ran) in Prima Mondiale con Kim Minhee, Seo Younghwa, Song Seonmi, Kim Saediuk, Lee Eunmi, Kwon Haehyo, Shin Seokho, Ha Seongguk. Rimandiamo a Marina il verdetto favorevole (RECENSIONE).

Della nuova sezione Encounters ecco la nostra classifica che nell’ultima giornata della Berlinale ci ha consegnato la miglior opera tra l’altro Opera prima di un documentario di una storia intima della regista. Si tratta di A metamorfose dos pássaros (The Metamorphosis of Birds) Portogallo di Catarina Vasconcelos la quale ci consegna una storytelling della sua famiglia. Il nonno marinaio e la nonna che si prende cura dei figli tra i quali il padre della regista il più grande dei figli. Una storia intima e personale che merita di essere premiata dove tutti noi ci possiamo specchiare. (punteggio 3).

Dalla Slovacchia / Romania / Repubblica Ceca / Irlanda viene presentato il film sulla Chiesa del dissenso ai tempi della Cortina di Ferro Služobníci (Servants) di Ivan Ostrochovský in  Prima Mondiale con Samuel Skyva, Samuel Polakovič, Vlad Ivanov, Vladimír Strnisko. Purtroppo non ha superato la sufficienza (punteggio 2), ma ci riporta indietro nel passato recente dell’Europa quando il fatto di essere credenti nei Paesi della cortina di ferro era un sacrilegio!. Una storia che parte dalla esperienza di due seminaristi Juray e Michael. Uno dei due tradirà la vocazione. Purtroppo il film non raggiunge  la sufficienza.

Per ultimo Malmkrog Romania / Serbia / Svizzera / Svezia / Bosnia / Nord Macedonia di Cristi Puiu in Prima Mondiale (con Frédéric Schulz-Richard, Agathe Bosch, Diana Sakalauskaité, Marina Palii, Ugo Broussot, István Téglás) dura oltre tre ore per disquisire in un salotto dell’alta borghesia russa su temi come la Guerra e la Pace. Ci salva il fatto che è recitato in francese perché un film dialogato di oltre tre ore mette a dura prova la resistenza di un cinefilo. E poi che dire di una disquisizione tra persone che mai andranno a fare la Guerra. E’ un insulto alla povera gente che invece venne costretta il secolo scorso a essere carne da macello. Un pamphlet del Regista che addita la classe emergente di quell’epoca come causa (a buon ragione) delle Tragedie che seguirono con la Grande Guerra prima e la II^ Guerra mondiale dopo. Il nostro punteggio è 1.

Nella sezione Fuori Concorso Berlinale Special ecco la nostra classifica di gradimento:

Minamata di Andrew Levitas ha spopolato con un cast d’eccezione al Berlinale Special Gala at Friedrichstadt-Palast dove è stato presentato in Prima Mondiale con Johnny Depp, Hiroyuki Sanada, Minami, Bill Nighy in un film di impegno sociale sul fotografo di guerra della rivista LIFE W. Eugene Smith che nel 1971 smaschera una potente Società di aver avvelenato con il mercurio i cittadini della città giaponese di Minamata. Non esitiamo a dare un otttimo punteggio (3,5) alla pellicola.

Sempre per Berlinale Special Gala at Berlinale Palast  il  film di animazione americano Onward di Dan Scanlon presentato in Prima Internazionale.

Con le voci di Tom Holland, Chris Pratt, Julia-Louis Dreyfus, Octavia Spencer, Mel Rodriguez, Kyle Bornheimer, Lena Waithe, Ali Wong si consuma una storia mutuata dalla Lampada di Aladino nella quale i due fratelli Ian e Barley uno più sfigato dell’altro affrontano la vita. Anche in questo caso il punteggio è 3.

Per Berlinale Special al Berlinale Special Gala at Berlinale Palast l’atteso Pinocchio Italia / Francia di Matteo Garrone in una Prima internazinale con Roberto Benigni mattatore del red carpet. Vi rimandiamo akle impresioni di Marina (RECENSIONE).

Sempre Fuori Concorso al Berlinale Special at Haus der Berliner Festspiele l’atteso regista cinese Jia Zhang-ke che presenta un documentario sulla sua città natale Fenjang ai tempi della rivoluzione culturale al titolo Yi Zhi You Dao Hai Shui Bian Lan (Swimming Out Till The Sea Turns Blue) People’s Republic of China di Jia Zhang-ke in Prima Mondiale. Il regista sarà ospite dei Talents e vi faremo un resoconto. Rispetto ad altri suoi lavori come ad esempio Still Life in questo caso raggiunge appena la sufficienza (2,5).

L’ultimo film alla Berlinale Special Gala at Friedrichstadt-Palast dalla Repubblica ceca una storia inedita nella quale Agnieszka Holland viviseziona la Cortina di Ferro un decennio prima della caduta del Muro. Rimandiamo a quanto ci riferisce Marina nella sua (RECENSIONE) si tratta di Charlatan in Prima Mondiale con Ivan Trojan, Josef Trojan, Juraj Loj, Jaroslava Pokorná che per noi arriva ad un punteggio insoddisfacente (2,25).

Nella sezione Panorama ci ha colpiti nel profondo un film che parla di famiglia. Si tratta di Otac (Father) Serbia / Francia / Germania / Croazia / Slovenia / Bosnia e Erzegovina di Srdan Golubović presentato in Prima Mondiale a cui va un ottimo punteggio (3,5). Nikola è appunto un padre al quale per una serie di circostanze vengono sottratti i due figli dai servizi sociali i quali hanno deciso che non era in grado di offrire loro un ambiente di vita dignitoso. La burocrazia e il potere apparentemente prende il sopravvento sull’Umanità. Ma Nikola come un moderno Giacobbe si avvia a piedi per presentare una denuncia a Belgrado. Una storia commovente sulla disuguaglianza.

A pari merito (punteggio 3,5), però della sezione documentari, è lo sconvolgente Welcome to Chechnya USA di David France in prima internazionale che merita un premio per la maniera di raccontare con stile asciutto quello che sta accadendo in Cecenia. E’ il primo documentario sugli attivisti che uniscono le forze per salvare le altre persone e le loro stesse vite di fronte alla sistematica persecuzione della comunità LGBTQ condotta dalle autorità cecene. Un tour de force carico di resilienza e coraggio.

Segue nella classifica un thriller che riceve il nostro plauso con un punteggio di 3,25. Si tratta di Kød & Blod (Wildland) Danimarca di Jeanette Nordahl in Prima Mondiale / Opera Prima

Con Sandra Guldberg Kampp, Sidse Babett Knudsen, Joachim  Fjelstrup, Elliott Crosset Hove, Besir Zeciri

Dopo la morte di sua madre in un incidente stradale, la giovane Ida viene affidata  alla zia. Nella nuova vita con i cugini, una famiglia amorevole, dove presto però  emerge che i familiari sono impegnati in attività criminali. La protagonista ben consapevole di essere finita nella famiglia sbagliata non riesce a distaccarsi da loro. Il dilemma tra etica e amore filiale che ti lascia con il fiato sospeso.

Anche l’altro film parla di famiglia e della ricerca della stessa. Si tratta di  Cidade Pássaro (Shine Your Eyes) Brasile / Francia di Matias Mariani in Prima Mondiale a cui assegnamo il punteggio di 3. Con O. C. Ukeje, Chukwudi Iwuji, Indira Nascimento, Paulo Andre, Ike Barry. Nella famiglia del musicista Amadi suo fratello maggiore Ikenna da sempre ha avuto un posto di rilievo. Per accontentare la madre Amadi si reca dalla Nigeria alla metropoli brasiliana di San Paolo, ma non riesce a trovarlo sebbene molte tracce lo conducano a lui. Cidade Pássaro è un’esplorazione del proprio IO che opera su più livelli. Dalla Mongolia Uisenma Borchu in Prima Mondiale presenta l’ultimo suo lavoro dove una giovane mongola ricerca le sue radici abbandonando le comodità della vita occidentale per trovare l’essenza della vita.

Per essere un Opera Prima ottiene un buon punteggio (2,75) in coproduzione dalla Grecia / Francia / Olanda / Bulgaria PARI di Siamak Etemadi in Prima Mondiale che ripropone il tema della ricerca di se stessi

La ricerca della madre iraniana Pari del figlio scomparso ad Atene la costringerà a un viaggio negli angoli bui della città, così come nelle profondità nascoste di se stessa.

Infine e per noi arriva all sufficienza (2,5) Håp (Hope) Norvegia / Svezia di Maria Sødahl con la interpretazione sublime di Andrea Bræin Hovig, Stellan Skarsgård. Siamo in una famiglia felice, ma qualcosa accade. Infatti quando ad Anja viene diagnosticato un tumore al cervello, la vita quotidiana nella sua famiglia implode e la relazione con il partner Tomas si trova di fronte a un bivio. Hope è la speranza di tutti noi ad andare avanti.

Dopo tante pellicole vi parliamo dell’altra sezione della Berlinale FORUM nella quale con un po’ di fortuna ci si può imbattere in qualche chicca. Infatti dei cinque film visionati su 35 del programma due ci sembrano meritevoli di menzione. Il primo con un punteggio sopra la sufficienza (3) è Ping jing (The Calming) dalla Cina di SONG Fang in Prima Mondiale prodotto anche dal regista Jia Zhang-ke. La storia minimalista di un artista cinese Q Xi regista che si reca in Giappone per presentare la sua ultima performance. Per i nostri gusti occidentali la narrazione è lenta, ma lo stesso titolo ci induce a riflettere. Le immagini della metropoli sullo sfondo di un lungo viadotto che attraversa Hong Kong si specchiano sulla baia con il roboante frastuono degli aerei che atterrano sul vicino aeroporto omonimo. La seconda pellicola è Oeconomia Germania di Carmen Losmann in Prima Mondiale, un documentario sulla economia mondiale che merita un plauso (voto 2,5) per la narrazione asciutta di un gruppo di giornalisti che si interroga sulla effimera potenza del denaro con immagini Hi-tech a dimostrare la mancanza di anima.

Infine dalla sezione tutta tedesca Perspektive Deutsches Kino proponiamo Walchensee Forever di Janna Ji Wonders in prima mondiale  che nel suo documentario intimo ci propone che se esiste qualcosa come una memoria familiare che prosegue nel corso della storia, la quale determina le azioni di ogni generazione. La regista racconta la storia delle donne della sua famiglia, ambientate tra Walchensee, l’Estate dell’amore, i sogni hippy e l’harem che circonda Rainer Langhans.

Nella seconda dalla sezione GENERATION il documentario White Riot di Rubika Shah, ci ragguaglia su un periodo della musica britannica alla fine degli anni 70 Rock against Racism. Questione purtroppo ancora aperta.

I due film ci soo apparsi come stelle polari delle due sezioni che purtroppo non siamo riusciti a seguire.

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