SPECIALE 70ma #BERLINALE #14 – 20.02/01.03/2020: (DAYS 8&9): Gli ultimi FILM rivoluzionano la classifica

(da Berlino Luigi Noera con la gentile collaborazione di Marina Pavido – Le foto sono pubblicate per gentile concessione della Berlinale)

Ci sono film che dalla prima inquadratura ti rapiscono, e così è stato nella ultima giornata di questa edizione a tutto tondo della Berlinale per la quale ringraziamo il neo direttore Carlo Chatrian.

In CONCORSO due film che per narrazione e montaggio non hanno rivali.

Il primo è un documentario in Prima Mondiale Irradiés (Irradiated) Francia / Cambogia di Rithy Panh che ci parla con la potenza delle immagini montate in sequenza di tre alla volta di quanto può l’essere umano travalicare ogni immaginazione. Sono sequenze soprattutto degli effetti della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki, ma anche dei devastamenti delle bombe al Naplan in Vietnam e dell’Olocausto. Il Male Assoluto in tuutti i suoi aspetti che sono purtroppo umani. Se qualcosa si può ricordare al regista è di essersi dimenticato di quanto successo durante le purghe staliniste e durante le sommosse nei paesi satelliti del blocco sovietico. E’ un monito all’umanità di ricordarsi della storia recente. Per noi merita il punteggio massimo e oltre (5+).

Il secondo proviene dall’Iran si tratta di Sheytan vojud nadarad (There Is No Evil) Germania / Repubblica Ceca / Iran di Mohammad Rasoulof in Prima Mondiale. C’è da dire che al regista è stato impedito di recarsi a Berlino. Quattro storie con un unico filo conduttore: la coscienza di scegliere. Nella prima un buon padre di famiglia si rivela alla fine un boia di stato, nella seconda un soldato entra in crisi viceversa per evitare di stare nel plotone di esecuzione. Nella terza ancora una volta un soldato di leva si ritrova involontariamente in una condizione di essere stato il boia del cognato. Nell’ultima qualche sfilacciamento nella narrazione tra padre e figlia mai riconosciuta. In uno stato come quello iraniano dove le libertà individuali sono calpestate viene fuori una narrazione struggente dei singoli. Insomma il filmone della Berlinale. Noi però siamo ancora speranzosi per Favolacce dei Fratelli D’Innocenzo il quale affronta come il film iraniano temi universali. Staremo a vedere.

Infine l’ultimo film in concorso in Prima Mondiale da Taiwan un film particolare  dove sono le immagini a parlare si tratta di Rizi (Days) di Tsai Ming-Liang con Lee Kang-Sheng, Anong Houngheuangsy. Dopo una prima parte del film con immagini fisse nel quale si immerge lo spettatore a cui non può sfuggire in una prova d’autore per estendersi alle nuove tendenze cinematografiche con uno stile minimalista.

La nuova sezione voluta fortemente dalla nuova direzione artistica Encounters

nell’ultima giornata ci ha consegnato la miglior opera tra l’altro Opera prima di un documentario di una storia intima della regista. Si tratta di A metamorfose dos pássaros (The Metamorphosis of Birds) Portogallo di Catarina Vasconcelos la quale ci consegna una storytelling della sua famiglia. Il nonno marinaio e la nonna che si prende cura dei figli tra i quali il padre della regista il più grande dei figli. Una storia intima e personale che merita di essere premiata dove tutti noi ci possiamo specchiare. (punteggio 3).

In finale nella sezione Fuori Concorso Berlinale Special gli ultimi tre film:

Per Berlinale Special Gala at Friedrichstadt-Palast dalla Repubblica ceca una storia inedita nella quale Agnieszka Holland viviseziona la Cortina di Ferro un decennio prima della caduta del Muro. Rimandiamo a quanto ci riferisce Marina nella sua (RECENSIONE) si tratta di Charlatan in Prima Mondiale con Ivan Trojan, Josef Trojan, Juraj Loj, Jaroslava Pokorná che per noi arriva ad un punteggio insoddisfacente (2,25).

Ancor peggio il film francese politicamente corretto Police (Night Shift) di Anne Fontaine in Prima Mondiale nel quale una coppia di flick (Omar Sy, Virginie Efira) insieme a loro collega (Grégory Gadebois) si struggono davanti al dramma di un profugo irregolare (Payman Maadi) che deve essere rimpatriato nel suo paese dove la libertà non è garantita. Il punteggio è (1,5).

Infine alla Haus der Berliner Festspiele sempre per la Berlinale Special l’ultimo film di questa Berlinale a tutto tondo con Curveball dalla Germania di Johannes Naber in Prima Mondiale con Sebastian Blomberg, Dar Salim, Virginia Kull, Michael Wittenborn, Thorsten Merten, Franziska Brandmeier un film su una delle prime fake news che permise al Presidente Americano Bush di sferrare la seconda guerra contro l’Iraq di Saddam Hussein e destituirlo con il silenzio del governo tedesco che sapeva la verità. Si tratta di un film denuncia in stile docufiction che però soffre di una regia debole. Il nostro punteggio è (1).

Sebbene abbia già cercato in Iraq senza successo armi di distruzione di massa come membro di una missione delle Nazioni Unite, l’esperto tedesco di armi biologiche Arndt Wolf è ancora ossessionato dall’idea che Saddam Hussein nasconda qualcosa. Nessuno intorno a lui è più interessato a questo argomento. Questo cambia bruscamente quando un richiedente asilo iracheno afferma di essere stato coinvolto nella fabbricazione di armi biologiche. Il servizio di intelligence federale tedesco convoca il Dr. Wolf per accertare la legittimità delle affermazioni fatte dall’informatore, a cui è stato assegnato il nome in codice “Curveball”. Nel frattempo, gli attacchi dell’11 settembre hanno scosso il mondo e messo gli americani al limite … Johannes Naber osserva con astuzia la crescente amicizia tra due uomini improbabili che si ritrovano avvolti dall’assurdo dramma che hanno messo in moto. Inoltre, come siamo avvertiti dall’inizio, questa è – purtroppo – una storia vera. L’indignazione di Naber è contagiosa. Persino quelli che erano precedentemente a conoscenza dei fatti non possono essere altro che stupiti mentre si svolgeva la sequenza surreale di eventi che avrebbero portato all’invasione dell’Iraq del 2003.

Da domani si aspetta il responso delle Giurie di cui vi daremo conto con la nostra personale classifica.

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