#FantasyIsland: quando la Fantasia supera la Realtà e si perde il controllo . . .

La recensione di Marina Pavido

Nelle sale italiane dal 14 febbraio, Fantasy Island è l’ultimo lungometraggio prodotto, scritto e diretto da Jeff Wadlov, un prequel/omaggio alla fortunata serie televisiva omonima andata in onda tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta.

E così, circa quarant’anni dopo, ecco che la tanto bizzarra Fantasy Island si ripopola per dar vita a nuove storie e a nuove fantasie. Già, fantasie. Perché, di fatto, tutti i nuovi ospiti del misterioso Mister Roarke (impersonato da Michael Peňa) – proprietario del lussuoso hotel sull’isola – avranno diritto a un desiderio ciascuno, che consisterà nel vedere realizzata una loro fantasia, che sia un desiderio proibito, il sogno di una vita o anche solo la possibilità di tornare indietro nel tempo ed effettuare scelte diverse. Cinque ospiti per altrettante storie, dunque, che, tuttavia, non sempre andranno come sperato.

Fantasy Island di Jeff Wadlov indubbiamente il suo appeal ce l’ha. E non soltanto perché durante la visione pensiamo alla fortunata serie televisiva. Per quanto riguarda l’approccio registico adottato (grazie al quale immediatamente salta all’occhio una fotografia curata, curatissima, dai toni brillanti ed estremamente patinata), infatti, il tutto sembra fin da subito scorrere in modo fluido e piacevole, con giuste note di tensione al proprio interno e numerosi colpi di scena e ribaltamenti. Troppo numerosi? Probabilmente sì.

Perché, se, di fatto, il presente Fantasy Island punta innanzitutto a stupire lo spettatore e a giocare con lui permettendogli di farsi determinate idee in merito per poi stravolgere completamente tutte le sue convinzioni, è anche vero che, dall’altro canto, tutti i risvolti narrativi e i ribaltamenti presenti in sceneggiatura risultano, alla fine dei giochi, decisamente eccessivi, al punto da far quasi perdere di credibilità l’intero lavoro. E, a ben guardare, è proprio lo script il vero punto debole di un lavoro come Fantasy Island. Di fianco, infatti, a elementi alquanto prevedibili (vedi, ad esempio, il background dello stesso Mister Roarke), vi sono altrettanti snodi eccessivamente forzati, come se lo stesso Jeff Wadlov si stesse quasi arrampicando sugli specchi, volendo a tutti costi stupire il pubblico e far sì che lo stesso possa perdersi in un labirinto fatto di sogni e realtà che si sovrappongono con fare quasi nolaniano.

Peccato, dunque, che si sia scaduti in determinati errori. Perché, da un punto di vista prettamente registico, bisogna comunque ammettere che Wadlov abbia una padronanza del mezzo cinematografico complessivamente buona, con un’ottima capacità di creare determinate sensazioni e di gestire, di volta in volta, gli spazi, siano essi all’aria aperta o all’interno di luoghi angusti e claustrofobici.

Nonostante le numerose pecche presenti, tuttavia, questo prequel/omaggio della serie televisiva si è comunque rivelato un prodotto gradevole ed entusiasmante. I nostalgici della vecchia Fantasy Island – ma anche chi ha semplicemente voglia di un po’ di adrenalina – lo apprezzeranno.

Marina Pavido

Lascia un commento

Top