Gianfranco Pannone e la Città Eterna

Il cineasta partenopeo che da trent’anni si è trasferito a Roma dove proficuamente ci regala pillole della sua napoletanità, ma anche trasmette alle nuove generazioni di cineasti la sua passione per la settima arte presso l’Ateneo della Sapienza ci ha regalato un pezzo del suo passato  quando ancora lavorava alla Rai.

Infatti a sorpresa questa sera ha presentato una proiezione tra il doc e la fiction del genere Western in 35 mm che Tarantino sicuramente ci invidia.

Il giovane regista Pannone alla fine degli anni ’90 alle prese con gli spaghetti western idolo della sua infanzia mette nero su bianco il terzo atto con un titolo intrigante. L’America a Roma. Doveva essre un doc sul western, ma invece ci rivela uno sprazzo di romanità, e ci spiega come la città Eterna in fondo è sempre la stessa.

Fatto sta che la visione di Pannone di Roma è speculare a quella di Sorrentino con la differenza che il primo parla del vulgo romanesco ed il secondo sulla vacuità della borghesia romana che se ne frega del vulgo.

Del documentario una cosa ci ha turbato: la reazione del verace attore romano sul film Requiescant dove Pasolini prende parte come comparsa. Ci domandiano ma non sarà questo l’errore madornale che ci ha portato a . . .

Ma lasciamo la parola al regista dopo 20 anni dalla realizzazione di un documentario dal sapore Gregoriettano (NDR:permettetemi questa licenza poetica) dove scorazza con la mitica 850 coupè tra le periferie di  Roma alla ricerca degli Studios dimenticati degli spaghetti western.

Buona visione.

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