XXIV edizione MEDFILM FESTIVAL – Le recensioni: Sofia di Meryem Ben M’barek

Vincitore del premio per la miglior sceneggiatura nella sezione ‘Un certain regard’ a Cannes, ‘Sofia’ è il primo lungometraggio della regista marocchina Meryem Ben M’barek, cresciuta tra il Belgio e la Francia.

Lo vediamo nella sezione ‘Amore e Psiche’ del concorso ufficiale della 24ma edizione del Medfilm festival a Roma.

Il film racconta le difficoltà di una giovane marocchina di vent’anni rimasta incinta fuori dal matrimonio.

Sofia vive con la sua famiglia a Casablanca, la sua è una gravidanza negata che la porterà a partorire un figlio fuori dal matrimonio e per questo andare in carcere, come la legge vigente comanda. L’ospedale le darà solo 24 ore per fornire l’identità e i documenti del parde del bambino prima di avvisare le autorità.

In Marocco lo stato di ragazza madre è statisticamente molto elevato, per questo motivo il tema del film è al centro di un dibattito sociale molto sentito. L’augurio della regista è che il dibattito porti a una graduale evoluzione della legge e della mentalità corrente e di poter diffondere il film attraverso altri canali, per esempio televisivi, permettendo di raggiungere anche gli strati sociali più bassi della società islamica dove la condizione femminile è ancora fortemente condizionata. Ma qui si parla anche dei rapporti di forza interni alle famiglie, delle loro tacite ipocrisie, del ruolo circolare che a volte assumono le vittime con i loro carnefici e di tutti gli aspetti pragmatici e psicologici della situazione, che la regista in soli 80 minuti riesce a condensare egregiamente.

 

Corinne Quadarella

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