SPECIALE #RFF13 #09 – 18/28 OTTOBRE 2018 (DAYS 9&10): 26&27 ottobre – Edoardo De Angelis sbaraglia tutti

Alle battute finali della Festa il secondo film italiano in concorso ci racconta un Italia d’altri tempi e quello fuori concorso di chiusura Notti Magiche di Paolo Virzì è un omaggio al Cinema. Con soddisfazione il Premio del Pubblico BNL è stato vinto da Il Vizio della Speranza di Edoardo De Angelis

(da Roma Luigi Noera con la gentile collaborazione di Marino Pavido- Le foto sono pubblicate per gentile concessione di Roma Film Fest)

Prima di raccontarvi la giornata finale vi suggeriamo dalla SELEZIONE UFFICIALE una serie di titoli che purtroppo non usciranno nelle sale italiane. Iniziamo dal poetico e delizioso doc messicano TITIXE di Tania Hernández Velasco. La storia di una generazione di contadini che sono riusciti a riscattare la terra, ma adesso i loro discendenti hanno abbandonato la campagna alla ricerca di una occupazione urbana. Non è solo la questione migratoria dalla civiltà rurale a quella industriale che la regista ci racconta. E’ soprattutto il rammarico di aver disperso la conoscenza delle pratiche agricole di una volta. Ma il “progresso” è entrato nella vita intima di ognuno di noi.

Dall’Italia l’altro documentario che ci parla di pratiche di pesca dimenticate. E’ DIARIO DI TONNARA di Giovanni Zoppeddu che con frammenti di filmati dell’epoca e scene di oggi ci racconta come non sia cambiato il rito della mattanza dei tonni. Ieri elemento di sopravvivenza, oggi chissà . . . Attraverso le immagini di repertorio di maestri come De Seta, Quilici e Alliata racconta un pezzo profondo di storia del nostro cinema. Un tempo e un cinema che a volte possiamo sentire perduti, e che invece questo film ci restituisce presenti, contemporanei, accanto a noi.

Nelle ultime due giornate un film che a prima vista ti appare come una cometa, ma che alla fine esprime il suo vero volto di buonismo americano politicamente corretto. Si tratta del film americano AMERICAN ANIMALS di Bart Layton nel quale si ricostruisce una folle rapina di preziosi libri custoditi in una biblioteca universitaria. La rapina nasce dai deliri psicotici del giovane Warren e dalla accondiscendenza del debole Spencer. Tutti tifiamo per loro ma sappiamo che andranno a sbattere contro il muro della realtà. Il film ha ricevuto il Premio RAKUTEN TV

Dalla Danimarca una piccola produzione ci parla del rapporto tra il benessere e il denaro con BEFORE THE FROST diretto da Michael Noer. Il lato oscuro di noi viene evidenziato con sapienza cinematografica in una pellicola che tiene sospesi I protagonist tra il Bene e il male.

Mentre di altra natura e ritmo è A PRIVATE WAR dell’americano Matthew Heineman. Si tratta del Biopic della reporter di guerra Marie Colvin, che lavorò per il settimanale britannico The Sunday Times dal 1985 al 2012. Il film racconta il suo intrepido impegno presso i luoghi distrutti dalla guerra, Iraq, Afghanistan e Libia, fino a quando all’età di cinquantasei anni, inviata ad Homs per seguire la guerra in Siria, venne tragicamente uccisa insieme al fotografo francese Rémi Ochlik durante un’offensiva dell’esercito locale. La protagonista tra il desiderio di raccontare le atrocità di ogni guerra e l’impossibilità di prendere le distanze va incontro al suo inesorabile e già scritto destino.

Infine l’ultimo dei film in concorso sempre dagli Stati Uniti THREE IDENTICAL STRANGERS di Tim Wardle che basandosi su fatti realmente accaduti a due perfetti sconosciuti di 19 anni, Edward Galland e Robert Shafran i quali scoprono di essere gemelli separati alla nascita. A loro si aggiunge un altro diciannovenne, David Kellman anch’egli loro fratello gemello. Ma dietro l’angolo c’è un segreto che sapientemente il regista svela nella costruzione della storia.

Parliamo adesso dei Premi di questa 13ma Edizione che prevede oltre al già citato Premio RAKUTEN TV andato a American Animals, solamente il Premio del Pubblico 2018 che è andato al film italiano in concorso IL VIZIO DELLA SPERANZA di Edoardo De Angelis. Più che un noir è una denuncia sociale della condizione che si vive nella terra natia del regista. Come in Indivisibili lo spettatore viene catapultato in una società degradata dove le spiagge sono sommerse da quintali di rifiuti di plastica. Dove vige la legge dello sfruttamento che supera l’immaginario di tutti noi. Eppure intorno a questo degrado qualcosa succede: una nuova vita si appresta ad essere traghettata in questo lerciume. Mi sembra doveroso ricordare che la differenza rispetto a tanta cinematografia attuale la fa oltre che il regista anche lo sceneggiatore Umberto Contarello, autore con Sorrentino dei capolavori firmati dal regista partenopeo. E non ultimo l’autore delle bellissime musiche e canzoni che fanno da cornice naturale ad un argomento universale: la VITA.

Infine dalla sezione TUTTI NE PARLANO Un film originale che dura oltre quattro ore e che mette a nudo le universali mancanze dell’uomo verso i suoi simili. Tanti si chiederanno che fine abbia fatto l’Elefante. Onestamente ne abbiamo perso le tracce senza riuscire a contattarlo. Si tratta di DA XIANG XI DI ER ZUO | AN ELEPHANT SITTING STILL del cinese Hu Bo. Gli argomenti morali trattati sono tanti, ma non di meno quelli per la riabilitazione fisica. Il paesaggio orientale è triste, grigio e plumbeo. Tra gli EVENTI SPECIALI segnaliamo il FILM DI CHIUSURA NOTTI MAGICHE di Paolo Virzì

La storia è semplice, ai tempi dei mondiali Italia ’90: è la notte in cui la Nazionale italiana viene eliminata ai rigori dall’Argentina, un noto produttore cinematografico viene trovato morto nelle acque del Tevere. I principali sospettati dell’omicidio sono tre giovani aspiranti sceneggiatori. Decisamente un omaggio al Cinema Italiano in un noir insolito.

Per quello che ci riguarda i film che più abbiamo amato sono oltre il documentario FAHRENHEIT 11/9 del cineasta statunitense Michael Moore,  THE OLD MAN & THE GUN di David Lowery e primo fra tutti GREEN BOOK di Peter Farrelly.

Come in altri documentari Michael Moore in FAHRENHEIT 11/9 è ancora una volta in prima fila a denunciare le distorsioni del potere e della mancata democrazia in America. Dobbiamo confessare che in altre occasioni abbiamo avvertito una esagerata provocazione nel regista. In tutta sincerità il montaggio, i fatti descritti non lasciano spazio alle parole. Non è stato un caso che Trump abbia vinto contro ogni ragionevole previsione. Quello che è mancato e manca è la DEMOCRAZIA. Nell’incontro ravvicinato seguitissimo Moore ha ripreso il concetto dicendo fra l’altro di fare attenzione che per distruggere una democrazia basta poco, mentre per ricostruirla ci vuole tanto sforzo.

In THE OLD MAN & THE GUN di David Lowery abbiamo apprezzato un delizioso Robert Redford che non risente del peso degli anni nel suo volto nella interpretazione di un Arsenio Lupin americano: Forrest Tucker. Storia vera di tre rapinatori seriali di una certa età che rapinano in maniera incruenta un centinaio di banche durante la loro road map. Sembra un testamento morale dell’attore regista che tanto amiamo, e ci domandiamo ma sarà veramente il suo ultimo film?

Lo abbiamo atteso ed è arrivato nella SELEZIONE UFFICIALE il momento di dire: ecco il film per il quale è valsa la pena di andare al cinema!

Ci riferiamo a GREEN BOOK di Peter Farrelly con due grandi interpreti:Viggo Mortensen e Mahershala Ali. In questo road movie ci troviamo catpultati nella New York, anni ’60 dove Tony Lip, di origini italiane dopo aver fatto il buttafuori in locali trova un lavoro particolare: fare l’autista di Don Shirley. Don è un giovane pianista afro-americano che deve intraprendere un tour nel profondo Sud razzista. Tony deve assicurare la presenza in sala dell’artista. E’ il viaggio di due americhe entrambe figlie dell’emigrazione e della emarginazione che poco si conoscono. Ma anche l’incontro tra due strati sociali: quello verace di Tony e quello snob di Don. Ma è anche un ritratto grottesco del profondo sud americano dove è duro a morire il razzismo. Ed appunto il titolo del film prende spunto da una sorta di guida per i viaggiatori di colore dove si elencano i posti dove sono ben accetti. L’interpretazione di Viggo è sorprendente per la gestualità in cui tutti noi ci riconosciamo. Ma anche quella di Mahershala Ali nei panni di Don è statuaria a dimostrazione del lavoro preparatorio che c’è dietro il risultato di questa pellicola.

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