SPECIALE #VENEZIA75 #14 – 29 AGOSTO/8 SETTEMBRE 2018 (DAY 10)

SHINYA TSUKAMOTO con un testo minimalista chiude il Concorso di VENEZIA 75

(da Venezia Luigi Noera con la gentile collaborazione di Marino Pavido- Le foto sono pubblicate per gentile concessione della Biennale di Venezia)

Dispiace che Roberto Andò sia stato relegato tra i Fuori Concorso insieme a SERGEI LOZNITSA

Il Concorso VENEZIA 75 chiude con ZAN (KILLING) di SHINYA TSUKAMOTO un film che dal Giappone in poco meno di un ora e mezza ci descrive i Samurai. Film minimalista ma con tanta empatia da condividere. Purtroppo FUORI CONCORSO il film

UNA STORIA SENZA NOME di ROBERTO ANDÒ che con Micaela Ramazzotti, Renato Carpentieri, Laura Morante ed Alessandro Gassmann è capace di promuovere emozioni nello spettatore. Anche PROCESS di SERGEI LOZNITSA meritava una diversa collocazione. Utilizzando spezzoni di pellicole della propaganda stanliniana si arriva a cosa è la Russia di oggi. Il passato non è rinnegato e anzi è presente oggi, adesso. Sempre con cenni storici il film francese UN PEUPLE ET SON ROI di PIERRE SCHOELLER che ripercorre le fasi della rivoluzione francese tra ombre e luci ancora non perfettamente definite.

Intanto in attesa del verdetto delle Giurie vi diamo le nostre impressioni con i film che abbiamo più amato.

CLASSIFICA VENEZIA75

Al primo posto si pone ROMA di ALFONSO CUARÓN

Non poteva essere altrimenti il successo del messicano ALFONSO CUARÓN che ci regala pillole di cinema di qualità con ROMA. Il delicato racconto in bianco e nero prodotto dalla NETFIX ci mostra nella città messicana ROMA un quadro familiare della piccola borghesia alle prese con i suoi problemi quotidiani ed il rapporto con la servitù indigena. La figura maschile del padrone che trionfalmente ritorna a casa con una lussuosa cabriolet è offuscata dalla determinazione della giovane moglie, della nonna che accudisce alla prole e delle servette. Anche loro hanno delle problematiche da risolvere. Fa da sfondo al racconto la società messicana degli anni 70 con le sue contraddizioni in un periodo di turbolenza antidemocratica con le fronde che liberamente scorazzano per le strade incutendo terrore nella popolazione. Cuaron si dimostra ancora un Maestro della Cinematografia Messicana ed internazionale.

The Sisters Brothers. Day 30.

Al secondo posto THE SISTERS BROTHERS di JACQUES AUDIARD

Nel Concorso VENEZIA 75 ci ha ammaliato il francese JACQUES AUDIARD che presenta un western su THE SISTERS BROTHERS. Certo gli interpreti sono di gran valore, e doverosamente citiamo Joaquin Phoenix, John C. Reilly, Jake Gyllenhaal e Riz Ahmed. Ma quello che fa la differenza, oltre a una buona regia è la sceneggiatura che ci conduce per mano allo sviluppo dell’America come la conosciamo noi. A differenza del film dei fratelli Coen, qui l’empatia tra fratelli (The Sisters Brothers) anche se vivono facendo i killer ha il sopravvento e ci mostra come si è sviluppata l’America dai primi coloni che non conoscevano persino l’esistenza dello spazzolino da denti, il wc e l’acqua nel bagno. Al principio il sostentamento veniva dalle taglie in denaro non solo sui criminali ma anche su chi magari intralciava gli affari del potente di turno. Meravigliosa la scena finale che non vi raccontiamo!

Al terzo posto THE FAVOURITE di YORGOS LANTHIMOS

Anche YORGOS LANTHIMOS in THE FAVOURITE con un cast ottimo come Emma Stone e Rachel Weisz affronta il tema dell’avidità dell’essere umano collocandosi temporalmente nell’Inghilterra post rivoluzione Napoleonica dove gli intrighi di palazzo e la onnipotenza di una Regina fanno da sfondo alla povertà del vulgo. Rimandiamo ai commenti di Marina Pavido la chiave di lettura di una pellicola dove la scenografia e i costumi hanno un peso notevole.

Al quarto posto NAPSZÁLLTA (SUNSET) di LÁSZLÓ

LÁSZLÓ NEMES con NAPSZÁLLTA (SUNSET) si conferma un regista fuori dalle regole. Certamente non siamo al livello del precedente film pluripremiato Il Figlio di Saul, Ma la stoffa di regista disturbante con tante cose da dire ancora viene rafforzata. Nella sfarzosa Budapest dell’Impero asburgico decadente ci ritroviamo improvvisamente durante una estate torrida con una voluta sovraesposizione della pellicola al dramma di una giovane sarta alla ricerca del suo passato. Questa storia intima e da thriller si intreccia con le vicende che incendiano l’Europa di allora e che sfoceranno nella Grande Guerra. Questa pellicola, come altre presentate alla Mostra edizione 75, parla di drammi del secolo scorso che però si ripropongono nella nostra società 3,0, Come ebbe a dire il Presidente Baratta nella seradi prefestival dei fantasmi si aggirano per il Mondo. E sono i fantasmi della nostra protagonista che in tenera età perde tragicamente i genitori proprietari di un famoso atelier di moda e viene affidata alle cure di una nota casa stilistica triestina. Il suo ritorno a Budapest risveglia delle tragiche contrapposizioni. Dal punto di vista stilistico le ripre

Ed infine al quinto posto DOUBLES VIES di OLIVIER ASSAYAS

OLIVIER ASSAYAS che con DOUBLES VIES su un canovaccio da novelle vogue  riflette causticamente sui nuovi media rappresentati dalla democrazia su internet. Non mancano gli ingredienti tipicamente francesi come tradimenti reciproci della coppia formata da Guillaume Canet e una sempre affascinante Juliette Binoche, ma anche le gag di Vincent Macaigne, ed il suo ruolo di perdente come visto in altri film. Non si parla solo di internet, ma anche del dio denaro che pervade la società globalizzata con un umorismo ed una leggerezza apprezzabile.

CLASSIFICA ORIZZONTI 75

Al primo posto AMANDA di MIKHAËL HERS

AMANDA di MIKHAËL HERS con il giovane attore lanciatissimo Vincent Lacoste nella parte di David. Amanda è una ragazzina cresciuta dalla madre, insegnate di inglese. Lo giovane zio David, che arrotonda lo stipendio con un lavoro saltuario, si trova improvvisamente a dover accudire alla nipote rimasta orfana per un attentato terroristico a Parigi. La capitale francese vive momenti tragici e David piano piano si adegua alla nuova figura che deve ricoprire. Sullo sfondo una questione irrisolta con la madre e nonna di Amanda che abbandonato la famiglia quando David e la sorella erano ancora bimbetti. Una storia intima che intreccia le paure del terrorismo con le paure di crescere del giovane David. Interpretazione stupenda della giovanissima protagonista Amanda che nel Q&A ha dato prova deltalento e maturità sebbene la giovanissima età.

Al secondo postoTCHELOVEK KOTORIJ UDIVIL VSEH (THE MAN WHO SURPRISED EVERYONE) di NATASHA MERKULOVA, ALEKSEY CHUPOV

In TCHELOVEK KOTORIJ UDIVIL VSEH (THE MAN WHO SURPRISED EVERYONE) di NATASHA MERKULOVA, ALEKSEY CHUPOV due attori teatrali animano la scena ambienta in un villaggio Siberiano. Dapprima il tema proposto non è chiaro, ma quando il protagonista si reca in ospedale crolla il mito di UOMO costruito intorno a lui dalle prime battute. E’ appunto questo il tema della pièce teatrale che si svolge nelle anguste mura domestiche dove il tempo scorre con semplicità. Nulla vale a sconfiggere la Morte ne tantomeno il travestimento del protagonista con abiti femminili che introduce, grazie all’intuizione della regista, il secondo e altrettanto universale tema dell’accettazione dell’altro

Al terzo posto YOM ADAATOU ZOULI (THE DAY I LOST MY SHADOW) di SOUDADE KAADAN

Dalla Siria in una coproduzione con il Libano, Francia e Qatar YOM ADAATOU ZOULI (THE DAY I LOST MY SHADOW) di SOUDADE KAADAN i quali di cui il regista ha detto “Questo film è stato scritto in un paese in cui il domani è un pensiero inimmaginabile. Cosa sarà domani se vivi sotto i bombardamenti costanti? Alternando tra il sollievo di essere stato mancato dai missili che cadevano e il dolore che qualcun altro è stato colpito. Il domani è diventato un lusso. Ecco perché il film non cerca di prevedere o parlare del futuro. Si limita a tre giorni della vita della protagonista Sana, in un preciso momento della storia di Damasco.”

Al quarto posto TEL AVIV ON FIRE di SAMEH ZOABI

film israeliano ci ha stupito. Si tratta di TEL AVIV ON FIRE di SAMEH ZOABI. Il titolo prende spunto da una seguitissima serie TV palestinese dalle due parti divise dal nuovo muro di Gerusalemme. Il protagonista, pendolare fra Ramallah e la zona israeliana, ha un lavoro precario come assistente della produzione della Serie. Alcune circostanze lo portaano alla ribalta della produzione grazie all’aiuto di una guardia israeliana. Si tratta di una graffiante critica ad entrambe le parti in causa. La domanda che ci si pone è: ma le popolazioni delle opposte fazioni sono d’accordo con i loro rappresentanti? Ci auguriamo che almeno prenda il premio come migliore sceneggiatura della sezione Orizzonti.

SULLA MIA PELLE

Ed infine una doverosa menzione a SULLA MIA PELLE di ALESSIO CREMONINI

Superba interpretazione di Allesandro Borghi nei panni di Stefano Cucchi nel FILM D’APERTURA della selezione ufficiale ORIZZONTI  con SULLA MIA PELLE –di ALESSIO CREMONINI. Alessandro Borghi è stato affiancato da una lanciatissima Jasmine Trinca nei panni della sorella Ilaria e da un inaspettato Max Tortora nei panni del padre, Milvia Marigliano. Anche questa storia è conosciuta e quindi il nostro regista ha rischiato tanto ma l’interpretazione di Alessandro Borghi riflette benissimo la psicologia dello povero Stefano Cucchi al quale è mancato in quel terribile frangente il supporto dello Stato. Ecco forse quest’aspetto andava più chiaramente espresso ma ci rendiamo conto che è in corso un processo che ha reso forse troppo prudente l’autore. Resta una interpretazione che mette in moto l’empatia dello spettatore e questo è in fondo lo strumento principe della settima arte.

Ma adesso la parola va alle Giurie

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