SPECIALE #VENEZIA75 #6 – 29 AGOSTO/8 SETTEMBRE 2018 (DAY 3): The Ballad of Buster Scruggs dei fratelli Joel e Ethan Coen – la recensione di Marina Pavido

(da Venezia Luigi Noera con la gentile collaborazione di Marino Pavido- Le foto sono pubblicate per gentile concessione della Biennale di Venezia)

Presentata in concorso alla 75° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, The Ballad of Buster Scruggs è l’ultima fatica dei fratelli Joel e Ethan Coen, presto disponibile su Netflix.

The Ballad of Buster Scruggs è una singolare serie antologica divisa in sei parti, di ambientazione western, che strizza l’occhio anche agli stessi western anni Sessanta e, nello specifico, ai nostri spaghetti western. E così, immediatamente dopo i titoli di testa, vediamo le pagine di un libro – con un orecchiabile motivetto country in sottofondo – aprirsi di volta in volta su un capitolo diverso, il quale, a sua volta, ci viene introdotto da un’illustrazione dal sapore rétro. Ed è a questo punto che inizia lo spettacolo vero e proprio.

Con il loro solito tono scanzonato e divertito, i due fratelli di St. Louis Park optano per una vera e propria partenza in quarta, regalando allo spettatore – giusto per iniziare – la storia bizzarra ed esilarante del fuorilegge Buster Scruggs, appunto, spensierato cow boy che non esita a bucare la quarta parete per comunicare direttamente con il pubblico e che, con le sue straordinarie doti da pistolero, riesce a far fuori chiunque intralci la propria tranquillità, con fare quasi tarantiniano. Una partenza fulminante, dunque, per un lavoro che, malgrado la sua lunga durata complessiva, non perde mai di mordente, pur cambiando pian piano i toni, fino ad arrivare addirittura a un ritratto malinconico e contemplativo del vecchio West, il quale, a sua volta, in poco più di due ore ci viene descritto in modo talmente accurato e dettagliato in ogni sua realtà – e, soprattutto, attraverso sguardi carichi di affetto – come raramente è accaduto in passato. Il risultato finale è un prodotto divertente, dinamico e bizzarro, ma anche, quando serve, duro, commovente ed emozionante, in grado di trasmettere in soli centotrentuno minuti fortissime emozioni.

Sono solo sei i capitoli di The Ballad of Buster Scruggs. Eppure, anche al termine della visione, si sarebbe ancora potuti andare avanti per ore. Una sfida nuova, questa, per i registi, i quali non dirigevano più nulla dal 2014, dopo aver presentato a Cannes il bellissimo A proposito di Davis. Una sfida nuova che, però, è stata vinta con successo e che, come di consueto per il loro cinema, sta a dimostrare ancora una volta quanto gli stessi si divertano a giocare con il mezzo cinematografico. Segno che la Settima Arte ha (anche) la capacità di non fare invecchiare mai.

Marina Pavido

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