54ma edizione Concorso Pesaro Nuovo Cinema – Premio Lino Miccichè

Un ambizioso progetto quello della MOSTRA INTERNAZIONALE DEL NUOVO CINEMA, a PESARO  DAL 16 AL 23 GIUGNO 2018, ALLA RICERCA DEL CINEMA A 360°

Al riguardo Vi proponiamo l’introduzione di Pedro Armocida

Che cos’è il (nuovo) cinema (oggi)? Un film proiettato direttamente nel futuro del cinema –􀀀★ di Johann Lurf nel Concorso Pesaro Nuovo Cinema – e un film riproiettato nel nostro futuro – il fiammeggiante Les Idoles che Marc’O portò 50 anni fa esatti alla Mostra e che oggi riaccompagna, in un gesto che non è solo fisico ma carico di senso per un artista che gioca ancora e sempre con le immagini, le parole, i suoni e i corpi.

Non è un caso che citi questi due film (sperando di non fare torto agli altri), come non è un caso che tutto il festival si muova, ancora una volta, lungo queste due direttrici che sembrerebbero andare in due direzioni diverse, come se esistesse veramente il tempo, e quindi il passato e il futuro del cinema (a proposito guardatevi le undici ore e mezza di girato di Nostra Signora dei Turchi di Carmelo Bene per un’approssimazione alla demolizione temporale). In mezzo invece io vedo la relatività  della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema in cui il cinema si muove, fluttua.

Così, cercando di fissare un senso, insieme a tutti i collaboratori della Mostra, abbiamo lavorato mossi da un impulso irrazionale, nelle varie visioni, accompagnato da una regressione metodica con un processo teorico e di analisi à rebours. Il Concorso internazionale di questa edizione, così come la selezione italiana di Satellite. Visioni per il cinema futuro, cercano proprio di rispondere alla  domanda iniziale e trovano, soprattutto nel cosiddetto cinema della non-fiction (secondo la fondamentale lezione di Adriano Aprà), la possibilità di ridefinire il nuovo cinema (la strada dei Samouni è quella da percorrere).

Ma le pratiche del cinema non sono mai innocenti. Così, immaginando di (ri)guardare all’industria cinematografica italiana da un’altra ottica, abbiamo deciso di soffermare l’attenzione sullo sguardo delle donne, il più delle volte assente, circoscritto, censurato, negato. Ogni anno si contano sulle dita di due mani i film diretti da registe (in questo senso va anche il tradizionale aggiornamento sul cinema russo tutto dedicato alle donne e il focus dei Corti in Mostra su Beatrice Pucci). Ma l’analisi non vuole mai essere né vittimistica né quantitativa. Anzi la Mostra ha dimostrato come il cinema delle donne possa contenere gesti di violenza rivoluzionaria.

E veniamo dunque al ’68, quando la Mostra fu il primo festival oggetto di contestazione in Italia. 50 anni dopo abbiamo voluto ripensare a questo anniversario cercando di sperimentare il ’68, collocandolo in una dimensione soprattutto extraeuropea. Per guardare da più lontano il nostro

presente in cui ci agitiamo per chissà quale avvenire.

CONCORSO UFFICIALE [Selezione a cura di Pedro Armocida, Paola Cassano, Cecilia Ermini, Anthony Ettorre e Raffaele Meale]

Sezione a concorso con opere prime o seconde in anteprima mondiale, internazionale o italiana, selezionate tra i centinaia di film arrivati al festival e tra quelli presentati in giro per il mondo.

Il tentativo è di segnalare le opere cinematograficamente più libere, più nuove, lontane magari anche dall’idea che si ha dei film “da festival”. Proprio come i titoli scelti:

– John McEnroe: In The Realm Of Perfection (L’empire de la perfection) del francese

Julien Faraut, saggio teorico su uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi;

– Zerzura dello statunitense Christopher Kirkley ma interamente girato in Niger, che offre

una visione surreale del Sahara;

-􀀀★ dell’austriaco Johann Lurf, solo un segno grafico come titolo per l’opera, un incredibile

viaggio attraverso lo spazio e il tempo, un film di montaggio dei cieli stellati nella storia del

cinema;

Los años azules della messicana Sofía Gómez Córdova, un coraggioso esordio che

racconta il dramma generazionale di cinque giovani ragazzi che vivono in una piccola realtà

di provincia;

– América degli statunitensi Erick Stoll e Chase Whiteside, struggente ritratto di una famiglia in un interno messicano;

– Beware! The Dona Ferentes dell’italiano Daniele Pezzi, documentario su uno dei più grandi protagonisti della scena musicale underground, attraverso una profonda riflessione sul “rumore” tanto sonoro quanto visivo.

Accanto al concorso segnaliamo:

 

SATELLITE. Visioni per il cinema futuro [Selezione a cura di Anthony Ettorre, Annamaria Licciardello, Mauro Santini, Gianmarco Torri]

Sezione avanguardistica, panoramica e non competitiva, che vuole scavare e restituire la superficie reale, complessa, imperfetta e indefinita, della produzione audiovisiva italiana a bassissimo budget, extra-industriale. Opere prime e inediti, non  necessariamente giovanissimi. Quello che ci interessa non è l’anteprima o l’esclusiva sul mercato dei festival, piuttosto arrivare a mostrare quello che altri spesso non mostrano, solo perché non rientra nelle categorie imposte da un concorso, da un formato, da una durata, da una modalità produttiva.

Uno spazio aperto, si diceva una volta. Uno spazio per opere disomogenee. In questo momento il nuovo cinema, in Italia come all’estero, ha bisogno di aperture, ascolto, spazio per essere visto, prima di tutto, e discusso, anche nei suoi difetti, in un luogo fisico di incontro, al di fuori da quello che è ormai diventato il suo habitat virtuale: il web.

– Softman di Pietro Librizzi;

– Gli evi lievi di Leonardo Bertini;

– Antropia di Stefano “URKUMA” De Santis, Elisa Piria, Luca Quagliato, Guglielmo Trupia;

– Da mani mortali di Mattia Biondi;

– Cosa può un corpo di Giulia Claudia Massacci, Massimiliano Mastroluca, Virginia Meneghini e Salvatore Francesco Persano;

– Il viaggio di nozze di Danilo Monte;

– L’antropofagia, in fondo, è una questione cellulare di Matteo Gatti;

– XY di Maurizio Mercuri;

– In the Backward of Time di Danilo Torre;

– The Nightshift di Giovanni Giaretta;

– Matrioska di Samuele Santieri;

– Dagadòl di Mariachiara Pernisa e Morgan Menegazzo;

– La cognizione del calore di Salvatore Insana;

– Ubi amor ibi oculus (work in progress) e Nell’insonnia di avere in sorte la luce di Giorgiomaria Cornelio e Lucamatteo Rossi;

– La molle terra di Samira Guadagnuolo;

– Chuva obliqua di Francesco Matteo Ceccarelli;

– Indagine su sei brani di vita rumorosa dispersi in un’estate afosa di Ilaria Pezone;

– Preludio ed ecfrasi su Alberto Camerini di Riccardo Giacconi.

Evento speciale: Le donne nel cinema italiano

Le donne sono da sempre le protagoniste indiscusse del cinema italiano. Grandi dive dai corpi desiderati e imprendibili, forme da spiare che hanno fatto sognare e innamorare.

Dino Risi diceva che il cinema è una donna nuda e un uomo con la pistola. E se non fosse così? Cosa succede se è una donna a sfoderare la pistola, o una cinepresa, cosa cambia quando è lei a guardare, desiderare, produrre immaginario? In che modo le cineaste hanno raccontato e raccontano il corpo delle altre donne, la famiglia, l’attualità, la politica?

In Italia oggi i film diretti da donne sono poco più del 10%, ma qualcosa sta cambiando, è già cambiato se si pensa al crescente numero di donne che scrivono, producono e lavorano nel cinema.

Ecco dunque che con We Want Cinema. Sguardi di donne nel cinema italiano si vuole proporre un’analisi a tutto campo sul cinema italiano pensato, scritto e fatto dalle donne: registe, sceneggiatrici, attrici, produttrici, montatrici, scenografe, costumiste, e così via.

Ecco il programma:

– una rassegna:

Figlia mia di Laura Bispuri (si ringrazia 01 Distribution)

Film d’amore e d’anarchia: ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di

tolleranza di Lina Wertmüller (si ringrazia Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca

Nazionale)

PADRE di Giada Colagrande (si ringrazia The Open Reel)

Amori che non sanno stare al mondo di Francesca Comencini (si ringrazia Warner Bros.)

Ceci n’est pas un cannolo di Tea Falco (si ringrazia Cinedance)

Vogliamo anche le rose di Alina Marazzi (si ringrazia Mir cinematografica)

Riccardo va all’inferno di Roberta Torre (si ringrazia Medusa film)

– una tavola rotonda e una serie di incontri con altrettante cineaste come Sonia Bergamasco, Laura Bispuri, Silvia Calderoni, Giada Colagrande, Antonietta De Lillo, Tea Falco, Lucia Mascino, Ludovica Rampoldi, Roberta Torre)

– un volume monografico omonimo (Marsilio Editori) a cura di Laura Buffoni

– a Pesaro saranno anche presentati i risultati del progetto DEA – Donne e Audiovisivo, la ricerca a cura del CNR sostenuta dalla Siae che costituisce il più importante sforzo di raccolta e sistematizzazione di dati finora fatto sul cinema delle donne in Italia.

Film di chiusura – DIVA! Di Francesco Patierno

Il festival si chiude nel segno del cinema delle donne con l’omaggio del regista Francesco Patierno alla diva Valentina Cortese ‘interpretata’ da un cast all star: Barbora Bobulova, Anita Caprioli, Carolina Crescentini, Silvia D’Amico, Isabella Ferrari, Anna Foglietta, Carlotta Natoli, Greta Scarano.

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