Speciale 74esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica– domenica 10 settembre – La Giuria della edizione 2017 non si fa influenzare dai Rumors

dal Lido di Venezia Luigi Noera con la gentile collaborazione di Marina Pavido – Foto per gentile concessione della Biennale.

Come vi abbiamo accennato il Leone d’Oro è stato assegnato all’opera cinematografica per antonomasia: The Shape of Water di Guillelmo Del Toro che surclassa questa bella edizione della Mostra. Infatti appena arrivati siamo stati folgorati dalla interpretazione di Sally Hawkins e Michael Shannon nell’ultimo film del poliedrico artista Del Toro che è molto amico di due dei più promettenti e apprezzati cineasti messicani, quali Alfonso Cuarón e Alejandro González Iñárritu. Il regista passa con grande facilità dalla narrazione di una favola al cinema politico della contrapposizione dei due blocchi nati dalle ceneri della seconda guerra mondiale per raggiungere l’apice con una storia di amore tra una umana ed un Essere quasi Dio che la porta con se negli Abissi. Si tratta della nostra anima umana soggetta ai desideri terreni che però possono elevare l’Essere Umano a Dio. Veramente questa 74ma edizione targata Barbera ci stupisce e consola delle tante delusioni dei Festival 2017. E’ vero Venezia vive di luce propria ed inaugura la nuova stagione cinematografica attirando grandi nomi del Cinema Mondiale.

Ma anche ha il coraggio di assegnare a SAMUEL MAOZ per FOXTROT, la miglior regia in un opera dove la parte di Israele guerrafondaia ne esce malconcia. Non esiste guerra o conflitto giusto. Sono le persone comuni a subirne le conseguenze.  Infatti SAMUEL MAOZ con mette a nudo il tema universale se esiste la guerra giusta. Quanti genitori hanno pianto i propri figli “caduti” per la “patria”. Eppure si può morire anche per una banalità.

Ci dispiace invece che sia VIVIAN QU con JIA NIAN HUA (ANGELS WEAR WHITE) AI WEIWEI con HUMAN FLOW, entrambi cinesi (il secondo esule in Germania) non abbiano convinto la Giuria, ma si sono dovuti accontentare di alcuni premi collaterali. Il grande cineasta cinese Ai Weiwei costretto a rifugiarsi a Berlino ha descritto in 140 minuti le sofferenze dell’Umanità che l’Europa tende a relegare ad un semplice accordo economico con la Turchia di Erdogan. Abbiamo detto film da mal di pancia. Si è così perché ci mette davanti alla realtà che gli occidentali con la pancia piena rifiutano di riconoscere.

La Giuria ha tenuto conto dei rumors assegnando al regista che vanta una notevole esperienza MARTIN MCDONAGH con THREE BILLBOARDS OUTSIDE EBBING, MISSOURI  il premio per la miglior sceneggiatura. Il film esce fuori dalle righe per alcune banalità applauditissime dalla critica e dal pubblico, ma certamente permette all’attore protagonista di esprimere le sue qualità drammaturgiche senza ottenere però il dovuto riconoscimento. Siamo stati molto colpiti dall’americano DARREN ARONOFSKY con MOTHER!

Nella selezione ufficiale premio anche per storie sconosciute della vicina sponda libanese di ferite ancora non rimarginate. Si tratta dei The Insult che ci racconta la guerra civile libanese degli anni 70 dal punto di vista dei cristiani e dei palestinesi in una causa davanti alla Corte di Appello di Beirut. Stile mutuato dai classici americani ma che ha il pregio di farci scoprire un pezzo di storia. Eppure l’attore ha ricevuto i consensi della Giuria. Restando in terra orientale da Israele un noir grottesco presentato dai Venice Days che solo l’humor di quelle terre ci può raccontare. Si tratta di Longing di Savi Gabizon. Dove ci può portare il dolore per la perdita più atroce: quella di un figlio? Speriamo tanto che trovi un distributore in Italia. Quest’ultimo è piaciuto al Pubblico dei Venice Days tanto da risultare vincitore.

Anche oggi possiamo affermare che i film più belli sono passati nella selezione autonoma a latere dei Venice Days giunta alla 14ma edizione. E così pure per il film vincitore del colombiano JOHNNY HENDRIX HINESTROZA che in CANDELARIA narra la storia di due anziani cubani che vivono, anzi sopravvivono nella Avana di Castro che dopo la caduta del Muro di Berlino subisce una profonda crisi economica. La coppia muore letteralmente di fame ma l’amore ed una videocamera li riscatta. Una deliziosa storia dove il cinema entra prepotentemente come un personaggio insieme  ai due protagonisti.

La nutrita squadra di film italiani che ricordiamo sono ABDELLATIF KECHICHE con MEKTOUB, MY LOVE: CANTO UNO, MANETTI BROS. con AMMORE E MALAVITA, SEBASTIANO RISO con UNA FAMIGLIA, PAOLO VIRZÌ con THE LEISURE SEEKER si sono dovuti accontentare dei premi collaterali ad esclusione del film di

HANNAH  della nuova leva ANDREA PALLAORO che ci racconta del dolore subito dagli adolescenti in famiglie disturbate. Se poi gli abusi vengono dai nonni c’è da inorridire. Ma non solo per il fatto in se ma anche per la mancanza di ogni nesso logico di concatenazione della sceneggiatura che risulta vuota. Se non fosse per la grande interprete Charlotte Rampling che ha ricevuto ben inteso il Premio COPPA VOLPI nel film c’è il vuoto assoluto riempito dalla protagonista e non si capisce come sia stato selezionato, ma tanto è.

Lo stesso quesito viene in mente con il film di COSIMO GOMEZ – BRUTTI E CATTIVI – nella selezione ORIZZONTI. Una sceneggiatura goffa quanto lo è Santamaria nei panni di un cattivo disabile. Ci è piaciuto invece ALESSANDRO RAK, IVAN CAPPIELLO, MARINO GUARNIERI, DARIO SANSONE con il film di animazione  GATTA CENERENTOLA (ANIMAZIONE)

Gli altri film italiani meritevoli hanno ricevuto vari premi tra quelli collaterali: ad IL COLORE NASCOSTO DELLE COSE di Silvio Soldini è andato il Premio Civitas Vitae, a LA VITA IN COMUNE di Edoardo Winspeare il Premio FEDIC e la menzione speciale a NICO, 1988 di Susanna Nicchiarelli. Siamo molto soddisfatti per la menzione FEDIC – Il giornale del cibo: LE VISITE di Elio Di Pace; Menzione speciale del Premio Future Film Festival Digital Award a GATTA CENERENTOLA.

Altra menzione speciale del Premio Human Rights Nights al Cinema dei Diritti Umani a L’ORDINE DELLE COSE di Andrea Segre, Premio Lanterna Magica (CGS) a L’EQUILIBRIO di Vincenzo Marra e Premio Leoncino d’Oro Agiscuola a THE LEISURE SEEKER di Paolo Virzì, Premio Lizzani a IL COLORE NASCOSTO DELLE COSE di Silvio Soldini a cui va pure Premio Sorriso Diverso Venezia 2017 – Ass Ucl.

Allora cosa possiamo dire di questa Mostra appena conclusasi sul cinema italiano? Sebbene Barbera abbia cercato di mettere sul tavolo varie proposte bisogna considerare il momento poco felice che il nostro cinema attraversa. Resta il fatto che le proposte degli altri Paesi sono state convincenti a meno del vincitore del concorso Orizzonti che è stata SUSANNA NICCHIARELLI con il doc fiction NICO, 1988. Ed allora i nostri cineasti dovrebbero rivolgere lo sguardo al Reale che sempre più risulta favorito anche dal grande pubblico.

Quello che manca da noi è una necessità di raccontare le urgenze del nostro paese rinchiudendoci in un passato di fasti e glorie che però è passato. Questo è quello che un grande Festival come la Mostra di Venezia ci consegna dopo 12 giorni insonni per vedere più film che si può. Arrivederci al 2018!

Infine vi proponiamo la nostra classifica in ordine di preferenza:

CONCORSO UFFICIALE

  1. GUILLERMO DEL TORO – THE SHAPE OF WATER
  2. SAMUEL MAOZ – FOXTROT
  3. VIVIAN QU – JIA NIAN HUA (ANGELS WEAR WHITE)
  4. DARREN ARONOFSKY – MOTHER!
  5. AI WEIWEI – HUMAN FLOW
  6. ZIAD DOUEIRI – THE INSULT
  7. KOREEDA HIROKAZU – SANDOME NO SATSUJIN (THE THIRD MURDER) Giappone, 124’
  8. MARTIN MCDONAGH – THREE BILLBOARDS OUTSIDE EBBING, MISSOUR
  9. GEORGE CLOONEY – SUBURBICON
  10. FREDERICK WISEMAN – EX LIBRIS. THE NEW YORK PUBLIC LIBRARY

ORIZZONTI

  1. AMICHAI GREENBERG – HA EDUT (THE TESTAMENT)
  2. TZAHI GRAD – HA BEN DOD (THE COUSIN)
  3. SUSANNA NICCHIARELLI – NICO, 1988
  4. ALI ASGARI – NAPADID SHODAN (DISAPPEARANCE)
  5. DAMIEN MANIVEL, IGARASHI KOHEI – LA NUIT OÙ J’AI NAGÉ – OYOGISUGITA YORU
  6. ANNE FONTAINE – MARVIN
  7. ALESSANDRO RAK, IVAN CAPPIELLO, MARINO GUARNIERI, DARIO SANSONE – GATTA CENERENTOLA
  8. JASON RAFTOPOULOS – WEST OF SUNSHINE
  9. NANCY BUIRSKI – THE RAPE OF RECY TAYLOR
  10. EDOARDO WINSPEARE – LA VITA IN COMUNE

Per la SIC invece abbiamo scelto alcuni registi italiani che si sono distinti per il linguaggio innovativo ed in particolare LUCA BELLINO, SILVIA LUZI con IL CRATERE ed ELIO DI PACE con LE VISITE

Lascia un commento

Top