I Film di Fine 2015 e quelli di Inizio 2016 al Cinema

Tanti i film di fine anno da non perdere assolutamente. Iniziamo da Irrational Man dell’ottuagenario Woody Allen che si cimenta nell’ennesima “lotta” fra i sessi con risvolti da noir. A farne le spese è Joaquin Phoenix nei panni di un psicotico e depresso professore universitario belloccio, vittima dell’alcool e dell’onnipotenza. La svolta al film ed alla vita del professor Lucas viene da un Giudice da eliminare. Peccato per l’attore perché siamo lontani dalla bella interpretazione del detective strafatto nel film già cult Inherent Vice (Vizio di Forma) di Paul Thomas Anderson. C’è poi Il Ponte delle Spie di Spielberg con Tom Hanks. Un film a prima vista spy story che

invece fa riflettere, e per questo apprezzato, sul prezzo pagato dalla Vecchia Europa per la Pace al termine della seconda Guerra Mondiale. Il Muro di Berlino simbolo di fatue ideologie contrapposte. Il regista affronta con arguzia di immagini anche altri temi come ad esempio il potere dei mass media. Un giovane promettente avvocato newyorkese viene incaricato di portare avanti una difficile trattativa per lo scambio di prigionieri fra l’America e l’Unione Sovietica. La sua umanità prevarrà sui freddi ragionamenti delle parti. Ma anche Perfect

Day con Benicio del Toro nella sua abituale interpretazione di personaggio positivo. E’ la storia di un recente passato nei balcani attraverso le semplici vite di un gruppo di volontari umanitari alle prese con le emergenze quotidiane raccontate con lo stile grottesco di un regista spagnolo come è Fernando Leon de Araona. C’è da vedere anche l’outsider belga Van Dormael che resiste da un mese al botteghino con Dio esiste e vive a Bruxelles. Un improbabile dio si diverte alle spalle degli esseri umani e viene contrastato dalla giovane figlia che prova a riscrivere i testi evangelici.

Infatti il titolo originale era ben diverso, Le Tout Nouveau Testament, ma sappiamo quanto sia grande la fantasia dei distributori italiani nel cambiare i titoli. Altro film delizioso è quello del giapponese Naomi Kawase AN (dolce tipico giapponese a base di marmellata di fagioli) presentato a Cannes ed in Italia uscito con altro titolo: La ricetta della signora Toku. E’ l’incontro tra un giovane fornaio e l’anziana

signora e la sua esperienza di pasticciera messa a disposizione dell’inesperto giovane. Due generazioni che si aiutano invece di contrapporsi. Volutamente non parlo del remake miliardario di Star Wars che è una semplice operazione commerciale della Disney che ha acquistato i diritti nel 2012. Al riguardo il pubblico è diviso. Cito soltanto il giornale Le Monde che alla vigilia dell’uscita nelle sale si è rifiutato di pubblicare alcunché sull’argomento (Le Monde del 16 dicembre) per la censura imposta dalla Disney stessa. Ancora in sala MON ROI di Maiwenn Le Besco con un affascinante Vincent Cassel nei panni del cattivo da cui è attratta la

bistrattata fidanzata e per la cui interpretazione Emmanuelle Bercot ha ricevuto la Palma d’argento come migliore attrice a Cannes. Una frase colpisce: perché dovrei cambiare se ti piaccio così! Infine per chi non lo avesse visto, vale la pena l’equilibrato film CHIAMATEMI FRANCESCO su Papa Bergoglio di Daniele Lucchetti

(recensione) possibilmente in V.O. dato che gli attori sono di lingua spagnola. Mentre per iniziare il nuovo anno è in arrivo dal Giappone un’altra storia intimistica Little Sister di Ko-Reda. Il film è stato presentato a Cannes lo scorso maggio insieme tra quelli dei cineasti asiatici. Terzo film in concorso del giapponese Hirozaku Kore-Eda che però è stato messo da parte sia dalla critica che dalla Giuria, sebbene sia un delicatissimo film sui rapporti parentali. Lo spettatore resta affascinato dalla serenità che il film trasmette, ma anche stupito

dalle innumerevoli scene conviviali a tavola dove le quattro sorelle si confrontano. Il regista non è nuovo ad affrontare il tema dei rapporti familiari. Già con Father and Son il regista aveva ricevuto il Premio della Giuria a Cannes nel 2013, affrontando il tema dei rapporti e della catena padre figlio che però può essere interrotta. Per i

più piccini, ma anche ottimo per gli adulti a capodanno Il Piccolo Principe dall’omonimo romanzo di Antoine de Saint-Exupery tradotto in forma di animazione fantasiosa da Mark Osborne. A inizio anno è in anche uscita dal regista Haynes il commovente Carol, storia

d’amore di una nobildonna e una semplice commessa ambientata nell’America degli anni ’50. Anche questo film è passato a Cannes con protagonista una Blanchette candidata agli Oscar. Sempre da Cannes arriverà al cinema  Macbeth dai produttori de Il discorso del Re e diretto da Justin  Kurzel che sacrifica nel rigoroso testo del classico shakespeariano due bravi attori come Michael Fassbinder e il premio Oscar Marion Cotillar. Il capolavoro in assoluto tarderà qualche giorno ad uscire ma vale la pena aspettare: il potente Figlio di Saul dell’esordiente Laslzlo Nemes, premiato dalla Giuria di Cannes. Prendendo spunto dal tema ricorrente nella filmografia mondiale sulla Shoa, il soggetto viene trattato però con un

linguaggio cinematografico di altissimo livello, sia per la parte visuale che per la parte del sonoro in un crescendo di coinvolgimento dello spettatore nell’inferno disumano di un campo di concentramento nazista fino all’ultima immagine simbolo dell’atroce destino di sei milioni di ebrei. Gli strettissimi primi piani di Saul, al quale non importa né fuggire né documentare all’esterno quello che succede nel campo, bensì salvare la sua umanità depredata dall’orrore nazista, inondano il cuore dello spettatore. Qualcuno si chiederà ma il fenomeno Checco Zalone? Il nuovo film in uscita Quo Vado? è avvolto da mistero eccezione fatta per dei trailer visti come tutti a Che Tempo Che Fa condotto da Fabio Fazio. Sembra però che della pubblicità ne abbia tratto vantaggio piuttosto quest’ultimo che il regista. Vogliamo ricordare che in questi giorni ricorrono i 120 anni della nascita della Settima Arte che ha affascinato e affascinerà ancora generazioni di cinefili e non solo. Infatti il 28 dicembre del 1895 i Fratelli Lumière presentarono al Salon indien du Gran Café di Boulervad des Capucines a Parigi il primo spettacolo cinematografico. Contrariamente a quanto è impresso nell’immaginario collettivo la prima proiezione fu La sortie de l’Usine Lumière à Lyon e non già L’arrivo del treno nella stazione di Ciotat. Con questo auguriamo a tutti i lettori un 2016 ricco di film come quelli dell’anno che volge al termine.

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